Cocaina a domicilio o sul posto di lavoro albanese in tribunale
PEDAVENA. Cocaina a domicilio. Meglio: direttamente sul posto di lavoro. Shkelzen Godini è in tribunale per spaccio di sostanze stupefacenti. Un suo cliente rischia a sua volta un processo, ma per falsa testimonianza, dopo la deposizione resa davanti al giudice Coniglio e al pubblico ministero Tricoli. Godini è difeso dall’avvocato Tandura e la Procura della Repubblica lo accusa di aver ceduto coca con cadenza quindicinale a un dipendente di un locale di Pedavena. Uno o due grammi per volta, al prezzo di 100 euro cadauno, che venivano spacciati nei bagni. Gli appuntamenti potevano essere concordati, ma questo non era certo indispensabile.
“Ballerino” o “Zen”, questi erano i soprannomi dell’imputato, è accusato di aver rifornito anche i titolari di una rivendita di vini. I due avevano un dipendente che a volte partecipava alla spesa e c’era anche una quarta persona interessata.
Le cessioni sono state almeno venti, con una cadenza di una o due volte alla settimana. La droga costata 80 euro al grammo: Godini arrivava in negozio, a bordo della sua macchina di grossa cilindrata, oppure la consegna poteva avvenire in alcuni altri locali pubblici, più o meno centrali, di Feltre e dintorni.
Ma da quanto è emerso c’erano anche degli altri clienti che compravano al dettaglio. Un altro di Feltre e un altro ancora di Lentiai, che ordinava la coca via telefono e veniva rifornito a casa o in alcuni locali del suo paese. Capitava che acquistasse da solo o facesse colletta con tre amici fidati. Contestate 50 cessioni, al ritmo di due al mese. Cinque grammi per volta per un conto totale di 350 euro.
Insomma, a Godini viene contestato un buon giro di affari, basato su clienti fidelizzati. La fase istruttoria è ancora in corso, ma non manca più molto alla discussione e alla sentenza di primo grado. —
G.S.
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