Codivilla, Corte dei Conti chiede 590 mila euro
CORTINA. Si terrà il 10 aprile a Venezia l’udienza per la vicenda delle analisi di laboratorio sottocosto al 35% per il Codivilla Putti. Il viceprocuratore generale della Corte dei Conti Alberto Mingarelli, che ha seguito l’indagine gli anni scorsi, ha chiesto il risarcimento di 590 mila euro (all’inizio erano 820 mila ma una parte degli atti contestati è andata in prescrizione) a sette dirigenti dell’Usl 1 e cinque membri del collegio sindacale in carica nel quadriennio 2007/2010.
La vicenda era partita da un esposto del collegio sindacale in carica dal 2011 che puntava il dito contro un presunto arricchimento ingiustificato a favore della struttura privata. Nel mirino dell’accertamento amministrativo erano finite le analisi di laboratorio dei ricoverati del Codivilla che l’Usl 1, su convenzione, effettua con i suoi laboratori analisi dell’ospedale San Martino. Secondo la convenzione, il Codivilla avrebbe corrisposto all’Usl 1 solo il 35% delle tariffe previste dal tariffario regionale in vigore, a copertura di spese sostenute per il materiale di consumo. Perchè la Usl 1 ha scontato del 65% quest’attività? È quanto si è chiesta la procura della Corte dei conti di Venezia che ritiene l'«abbuono» illegittimo, una «violazione di tariffe imposte da normativa» alla quale non si può derogare con una convenzione tra le parti.
Le persone coinvolte nell’indagine della Corte dei Conti sono gli ex direttori generali Alberto Vielmo a cui sarebbe contestata la somma di 33 mila euro; Ermanno Angonese (contestati circa 53 mila €), Fernando Antonio Compostella (poco meno di 83 mila €); gli ex direttori amministrativi Adriano Marangoni (23 mila €) e Roberto De Nes (183 mila € e per lui ci sarebbe la quota più elevata da risarcire); Tiziana Bortot, direttore del dipartimento Risorse Umane dell’Usl 1 (56 mila €); Gianluca Romano, dirigente del servizio Convenzioni dell’Usl 1 (62 mila €); e i membri del collegio sindacale in carica tra il 2007 e il 2010 a cui viene contestata dal pm Mingarelli circa 20 mila euro ciascuno: Ezio Poncato, Alessandro Bampo, Ruggero Pirolo, Maria Luisa Muratore e Mario Lombardi.
In vista dell’udienza gli ex direttori generali (difesi dall’avvocato Bertolissi di Padova) respingono ogni addebito. «I nostri legali hanno presentato una memoria difensiva», dice cauto Compostella, «in cui si evidenzia come l’Usl si sia comportata in maniera corretta. Nei due anni in cui sono rimasto a Belluno, ho gestito il Codivilla in maniera oculata». Più diretto l’ex Angonese: «Io non devo nulla a nessuno, tutto è perfettamente legittimo visto che la costituzione della società mista era stata approvata all’epoca dalla Conferenza Stato-Regioni, dalla Regione Veneto e tutti i dg si sono comportati nello stesso modo. Non si capisce, però, perché se questo comportamento è errato non sia stato contestato già al momento della costituzione della società: se si ammette che i primi atti sono corretti, anche i successivi lo sono visto che si è agito sempre allo stesso modo dall’inizio della società costituita dall’allora dg Del Favero fino ad oggi. Quello che sta avvenendo è vergognoso e non mollerò dovessi andare a chiedere giustizia alla Corte Europea».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi