Codivilla, le delibere rimangono valide
CORTINA. Il Tar respinge le domande di sospensiva presentate dalla Giomi per “congelare” le delibere dell’Usl l di Belluno e della Regione che mettono la parola fine alla sperimentazione pubblico-privato al Codivilla-Putti.
Sono state pubblicate ieri le ordinanze del Tribunale amministrativo Veneto frutto della camera di consiglio a cui hanno partecipato i magistrati Giuseppe Di Nunzio, Stefano Mielli e Marco Morgantini.
La società Giomi e l’istituto Codivilla-Putti (società di cui fa parte la Giomi stessa) avevano chiesto con due ricorsi simili l’annullamento, previa sospensione cautelare, degli atti amministrativi, a partire dalla legge regionale dell’aprile 2013, che decretavano la fine della sperimentazione pubblico-privata all’ospedale di Cortina. Sperimentazione avviata nel 2003 con la partecipazione della Usl 1 e della società Giomi stessa.
La sospensiva è stata negata, ma il ricorso nel merito delle delibere potrebbe continuare. «Ci riserviamo un'analisi attenta quando saranno rese note le motivazioni dell'ordinanza», dice Massimiliano Miraglia, amministratore delegato della Giomi, «per le quali ci vorranno alcuni giorni. Se la sospensiva viene rigettata perché ad oggi non ci sono atti che decretano la prosecuzione di quelli da noi impugnati la cosa non ci stupisce. Ora attendiamo il proseguo della vicenda. Se verrà approvata la proposta di legge presentata dal consigliere Sergio Reolon, che definisce un piano concreto per il futuro gestionale del nosocomio, noi non procederemo con il ricorso che è stato fatto perché a nostro avviso non sono state rispettate le normative vigenti».
«Noi facciamo Sanità e cerchiamo di farla con la “S” maiuscola», dice Miraglia, «per questo i pazienti scelgono il Codivilla-Putti. Tagliare le gambe all'ospedale ampezzano per costringere i pazienti ad andare altrove per noi non è un modo corretto di far sanità. È un diritto e un dovere dei pazienti poter avere la libera scelta sull'ospedale in cui volgono farsi curare. I gestori degli ospedali sono incentivati a dare il meglio se c'è una scelta del paziente, altrimenti se uno deve andare in un ospedale perché obbligato si rischia di non migliorare mai le prestazioni né i servizi».
Sul tema interviene anche il sindaco Andrea Franceschi. «Prendiamo atto di quanto stabilito dal Tar», dice, «ora non si sono più ragioni per non decidere. Sull'ospedale abbiamo bisogno di certezze per poter iniziare in tempi rapidi gli investimenti previsti per i quali i fondi sono già stati accantonati. Chiedo, quindi, che la quinta commissione prenda atto del verdetto e definisca, una volta per tutte, l’assetto futuro dell’ospedale».
Il riferimento è alla proposta di legge presentata dal consigliere Pd Sergio Reolon che mira a prorogare di ulteriori 30 mesi la sperimentazione: «Capisco la buona volontà del proponente e lo ringrazio», spiega il sindaco, «ma abbiamo avuto proroghe per 11 anni. Non si può continuare con questa incertezza. La comunità di Cortina è confusa, con due comitati civici a favore della sperimentazione ed uno che ha raccolto, all’epoca, 2400 firme per il ritorno al pubblico. Nel frattempo tutti gli investimenti sono fermi e tutti i dirigenti sanitari con i quali ho parlato in questi ultimi sette anni mi hanno sempre detto che, finché non verrà definita la formula definitiva per l’ospedale, non ci saranno né progetti né nuovi servizi, come, per esempio,la dialisi di cui abbiamo bisogno. È veramente arrivato il momento di chiudere un capitolo e fissare, con esattezza e in tempi strettissimi, la forma che avrà quello successivo. Per questo incontrerò a breve il presidente Zaia».
Alessandra Segafreddo
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