Codivilla, no visita no fisioterapia
CORTINA. Se non si fa la visita ortopedica a Cortina, chi abita in Cadore e Comelico deve dimenticarsi di potersi sottoporre alle cure fisioterapiche al Codivilla. A sollevare questa delicata questione è stato ieri mattina l’assessore del comune di Borca di Cadore, Giuseppe Belfi, nel corso della Conferenza dei sindaci dell’usl 1.
«Ho avuto delle segnalazioni riguardo a visite ortopediche e relative sedute di fisioterapia all’ospedale di Cortina», ha esordito Belfi. «In pratica le eventuali cure fisioterapiche prescritte vengono accettate a Cortina solo se la visita è stata fatta al Codivilla e da un medico di quell’ospedale. Quindi, se un paziente per qualsiasi motivo personale, tempi di attesa o di lavoro, prende un appuntamento per la visita in un’altra struttura e di conseguenza gli vengono prescritte delle sedute di fisioterapia è costretto a fare queste ultime a Belluno o, in pochi casi, a Pieve di Cadore visto che la struttura non offre tutti i tipi di terapia».
Belfi ha anche specificato di aver avuto dallo stesso direttore generale Faronato la conferma che la prassi «è corretta, ed è stata decisa e deliberata nel luglio scorso dall’Usl». A questo punto, pur dicendosi perplesso di fronte a questa scelta, l’assessore di Borca ha proposto «che venga fatto presente al paziente che vive in Cadore, già al momento della prenotazione della visita, di questa situazione, se dovesse sottoporsi alla fisioterapia. Non riesco, comunque, ancora a capire il motivo di tutto ciò, ma spero abbia un senso», ha concluso l’amministratore, «perché in media sono necessarie una decina di sedute fisioterapiche e quindi diventerebbe un ulteriore disagio ogni giorno recarsi a Belluno». Belfi ha quindi evidenziato «i soliti disagi che tutte le popolazioni delle terre alte si trovano ad affrontare ogni giorno, ed è per questo che mi auguro che tutte le azioni e decisioni di riorganizzazione del sistema abbiano come obiettivo principale solo ed esclusivamente un migliore e pratico servizio al paziente e non altro».
L’assessore però ha evidenziato anche il problema del reparto di ostetricia di Pieve di Cadore poco utilizzato. «Visto che ormai si punta sui parti naturali, perché anche mamme che non hanno problemi vengono dirottate al san Martino di Belluno? È giusto mettere la sicurezza della donna al primo posto, ma bisogna anche permettere alle partorienti di dare alla luce i loro figli dove lo desiderano». (p.d.a.)
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