«Codivilla ospedale hub delle Dolomiti»

Il neo commissario provinciale di Forza Italia guarda avanti: «Basta con la difesa dei fortini, bisogna avere coraggio»
CORTINA. «Barattiamo l’acqua con la sanità. Siamo i maggiori produttori della risorsa idrica per il Veneto. Non l’abbiamo mai fatto pesare fiscalmente. Facciamolo ora politicamente, rivendicando a Venezia un servizio sanitario di dignità pari a quello delle altre province». Che cosa significa? «Significa, ad esempio, che Cortina non deve avere un ospedale residuale, ma un hub ospedaliero che sia di riferimento per tutte le Dolomiti».


Rieccolo. Scende in campo di nuovo Dario Bond, già capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, ma prima di tutto bellunese, anzi feltrino. È lui il nuovo commissario provinciale degli azzurri.


Si fa un gran discutere della sanità bellunese…


«Mi scusi se la interrompo. Basta discussioni. La sanità non è un insieme di fortini che i territori interessati difendono fino all’ultimo posto letto. Le schede ospedaliere devono essere riviste radicalmente».


Cioè?


«Le schede sono fondate sul numero dei residenti, sull’accesso ai servizi ospedalieri, sulla copertura dei posti letto. Non vale più, perché nel Bellunese la situazione è diversa rispetto al Trevigiano o ad altre province».


Quindi? Partiamo da Cortina. È soddisfatto della soluzione individuata per il Codivilla Putti?


«Glielo dirò a Zaia: bisogna avere il coraggio di andare oltre. Cortina è una delle capitali del turismo italiano. I turisti scelgono le vacanze anche in base alla sicurezza sanitaria. Oggi il Codivilla Putti può dare al viaggiatore russo, cinese, americano la migliore eccellenza ospedaliera? Va bene trattare di riabilitazione del cuore piuttosto che del trauma, ma lo sciatore internazionale che sceglie Cortina vuol sapere se siamo in grado di offrirgli, almeno in determinate stagioni dell’anno, il Pronto soccorso più efficiente. Mi pare che oggi gli mettiamo a disposizione solo qualche ambulanza e automedica».


Ma a venti minuti di ambulanza troverà il Pronto soccorso di Pieve di Cadore, dove è disponibile anche l’eliambulanza del Suem.


«Ecco il punto. Dobbiamo trovare il coraggio di rimettere in discussione tutto. Se d’inverno, e magari anche d’estate, Cortina diventa la capitale del turismo montano, è evidente che questo dovrà essere il punto di riferimento dell’emergenza. E che a Cortina dovrà far capo anche Pieve di Cadore, magari anche San Candido, individuando una nuova strategia di collaborazione sanitaria con la provincia di Bolzano. Dirò di più. Se il futuro ospedale di Cortina dovesse diventare veramente attrattivo per il turismo sanitario, perché non trasferire a Cortina anche il punto nascita?».


Lo dica almeno a bassa voce, perché già domani mattina si troverà ad essere bersaglio delle invettive dei Cadorini.


«Ripeto, il servizio sanitario va pensato non nella logica della difesa dei fortini. Pieve di Cadore potrà avere altre specialità maggiormente utili a questo territorio. E lo stesso discorso dobbiamo farlo per Agordo, per Feltre, per Belluno. Nel mio ospedale, quello di Feltre, ci sono servizi sotto utilizzati, altri come gastroenterologia che registrano una domanda crescente anche dall’esterno. Le schede ospedaliere li congelano ai numeri tradizionali. È indispensabile voltar pagina».


Nei giorni scorsi, in Ortopedia a Conegliano, il primario Claudio Melchior, ha realizzato una delicata operazione al bacino di un agordino residente ai piedi della Marmolada. Anziché trasferire il paziente a Conegliano, era possibile far venire il chirurgo ad Agordo piuttosto che a Belluno?
La mobilità dei medici anziché quella degli ammalati è una delle richieste più frequenti delle nostre comunità locali.


«Il futuro passa da qui. Passa cioè dalla mobilità del personale, per quanto possibile, prima che dei pazienti. Ovviamente gli ospedali devono essere attrezzati per quanto riguarda determinate operazioni. Ed ecco perché al Codivilla Putti va insediato un Pronto soccorso di primo livello. Da subito, non nel 2021, magari temporaneamente, solo durante i mondiali».


È sicuro che le sue provocazioni non resteranno tali?


«So di poter contare sulla condivisione del presidente Zaia. Ed anche del mio partito».




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