Col Coltron, l’appalto è tutto da rifare
PONTE NELLE ALPI . Il ricorso è respinto, ma si dovrà rifare la gara. Lo dice il Tar del Veneto e ci vorranno quindi ancora mesi prima che i lavori possano iniziare.
Si parla della realizzazione della nuova rete acquedottistica Col Coltron-Piaia, a Ponte nelle Alpi. I lavori avrebbero dovuto prendere il via già nei mesi scorsi, ma alla fine del 2017 la Costruzioni Tollot aveva presentato ricorso al Tar del Veneto contro il provvedimento di aggiudicazione di Bim Gsp che conferiva, a luglio 2017, l’esecuzione dei lavori all’associazione temporanea di imprese costituita dalle ditte Fontana di Belluno, Edil Costruzioni di Sedico e Anese di Concordia Sagittaria.
Dopo quattro mesi di attesa della sentenza, e altri quattro di procedimento al Tribunale veneto, il pronunciamento è arrivato martedì ed è chiaro: la richiesta principale dell’Ati Tollot-Pato di vedersi aggiudicataria dell’appalto in virtù della qualità dei tubi offerti in fase di gara è stata respinta, ma si è anche disposto l’annullamento della gara sulla base della complessa normativa degli appalti. Tutto da rifare, quindi.
«Stiamo già lavorando al nuovo bando e a giorni provvederemo a darne pubblicazione», spiega Giuseppe Vignato, amministratore unico di Bim Gsp. «Puntiamo ad arrivare alla nuova aggiudicazione e all’avvio dei lavori entro fine estate. Si tratta di un intervento strategico molto atteso dalla comunità e dall’amministrazione, che porterà importanti benefici in termini di apporto idrico locale e provinciale: è nostro fermo impegno, quindi, realizzarla».
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo serbatoio di accumulo in località Piaia, la posa di circa 3 km di rete acquedottistica per completare il collegamento tra il serbatoio di Coltron e il nuovo di Piaia (con attraversamento della linea ferroviaria e del fiume Piave), il posizionamento di una nuova tratta fognaria e la realizzazione di una piccola stazione di sollevamento per convogliare i reflui di Rione Santa Caterina direttamente al depuratore di La Nà. L’opera – che ammonta a 1,7 milioni di euro e la cui conclusione slitterà di un anno, al 2020 – rientra in un piano più ampio.
«Nel triennio 2018/2020 abbiamo un pacchetto lavori provinciale di 24 milioni», dice ancora Vignato. «Oltre a realizzare nuovi depuratori e a estendere la rete fognaria, abbiamo in programma altre opere importanti come quella di Col Coltron, che collegando acquedotti diversi garantiscono un maggior apporto idrico in territori vulnerabili nei periodi siccitosi».
Il sindaco, Paolo Vendramini, se da un lato si dice contento che la sentenza sia finalmente arrivata, dall’altro sottolinea: «Ci sono dei vincoli burocratici che dovrebbero essere cambiati. Bisogna mettere mano a una legge nazionale che, pur nella legittimità che pone, sta provocando gravi ritardi, con danni ad aziende ed enti pubblici. Si rischia di trovarsi davanti a una situazione da “paese delle banane”».
Martina Reolon
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi