«Col commissario impossibile vincere»

CORTINA. Il sindaco in esilio continua a tifare per Cortina 2019. Andrea Franceschi, da sempre impegnato per portare a Cortina i Mondiali, non sarà a Barcellona ma tiferà per il suo paese.
Lei è stato a lungo presidente del Comitato, dalla sua posizione come vede la candidatura di Cortina?
«Diciamo subito che ci sono piani distinti da tenere in considerazione: quello legato al contenuto del progetto della candidatura, quello legato ai rapporti istituzionali ed infine quello della politica sportiva».
Cosa intende di preciso per contenuto del progetto?
«Oggi posso dire con soddisfazione che tutti gli impegni che avevamo preso due anni fa sono stati rispettati. Avevamo garantito l’inizio dei lavori del parcheggio interrato in largo Poste, la sottoscrizione della convenzione con l’Odi per il collegamento Tofana/Cinque Torri, l’approvazione del lago artificiale in Po Druscè, l’individuazione del tracciato della strada di Gilardon e naturalmente l’approvazione della nuova pista Toni Sailer. Su quest’ultimo punto Cortina deve ringraziare soprattutto una persona, il governatore Luca Zaia, ma oggi è chiaro a tutti che se ci fossimo dimessi e fosse arrivato il commissario, Cortina sarebbe andata a Barcellona senza avere le carte in regola per vincere».
Sul piano istituzionale invece cosa ci può dire?
«Credo che la presenza a Barcellona dello stesso Zaia e del sottosegretario Delrio, uno dei più fidati collaboratori del premier Renzi, parli da sola. Questo significa che si è riusciti a far convergere attorno ad un progetto serio e concreto tutti i livelli istituzionali superiori. Il vicesindaco Enrico Pompanin e tutta l’amministrazione hanno fatto un grandissimo lavoro e più di così era proprio impossibile fare».
Resta infine il piano della politica sportiva. Come siamo messi a livello di voti?
«Non lo so con esattezza perché di questo si sta occupando Enrico Valle che non sento da oltre un anno. Quello che so per certo è che a marzo 2013, nell’ultima riunione a cui sono stato presente, avevamo in tasca i numeri per vincere, frutto soprattutto degli accordi raggiunti in Corea quando, proprio per questo motivo, si era deciso di ritirare la candidatura. Credo e spero che le cose non siano cambiate ed interpreto positivamente il fatto che a Barcellona abbiano deciso di esserci anche coloro che fino a poco tempo fa non hanno mai risparmiato critiche al comitato e ai ragazzi del team Cortina 2019. Dare un’immagine di unità sarà certamente un ulteriore elemento positivo».
Cosa rappresenterebbe in concreto il Mondiale per Cortina?
«Il Mondiale non deve essere visto come la panacea di tutti i mali, quanto piuttosto come un acceleratore del processo di rinnovamento del paese iniziato da tempo. Il tutto senza dimenticare gli effetti positivi che a cascata potranno e dovranno ricadere sul resto del territorio provinciale. Si tratta di una grande opportunità da sfruttare con intelligenza e soprattutto lungimiranza, stroncando sul nascere i tentativi di speculazione che sicuramente arriveranno dall’esterno. Il progetto costruito in questi anni è stato pensato proprio in quest’ottica».
Se Cortina dovesse vincere non sarà lei a rappresentare il Comune, le dispiace?
«Al di là delle cariche e delle formalità so bene quanto di mio ci sia in questa candidatura e una vittoria mi ripagherebbe di tanti sacrifici. È chiaro che mi avrebbe fatto piacere essere al mio posto per godermela appieno, tuttavia se Cortina otterrà i Mondiali ci sarà spazio solo per la gioia e la soddisfazione. Credo che per chi come me è innamorato del proprio paese, non possa essere altrimenti».
Alessandra Segafreddo
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