Colcergnan attacca De Rocco: «Non dormo e difendo Canale»
CANALE D'AGORDO. «Se pensavano dormissi, sappiano che il bell'addormentato nel bosco si è svegliato e rivendica il diritto a interessarsi da cittadino alle questioni del paese». Flavio Colcergnan, ex sindaco di Canale, sta parlando di sé. Lo fa in risposta al duro attacco del sindaco Rinaldo De Rocco dopo che, nell'incontro sul progetto di centralina sul Liera, aveva invitato il Comune a usare l'arma degli usi civici per bloccare la società privata.
De Rocco aveva definito le parole del suo predecessore (di cui era stato vicesindaco per 10 anni) «prive di fondamento», lo aveva accusato di essere scomparso per otto anni e di essere tornato per le elezioni del 2018: «Invito De Rocco a guardare il calendario», dice Colcergnan, «manca un anno e mezzo... Ad ogni modo, mi ha amareggiato molto il suo attacco gratuito e offensivo. Quando ho finito il mio secondo mandato, qualcuno mi ha invitato a farmi da parte perché con il mio “caratteraccio” avrei impedito ad altri di lavorare tranquillamente. Un caratteraccio(così definito da una masnada) che posso permettermi di avere perché, citando Montanelli, ho un carattere».
Nel 2007 Colcergnan si era chiamato fuori e lo stesso aveva fatto nel 2013: «Avrei sostenuto una lista alternativa a quella di De Rocco, affinché non ce ne fosse solo una, ma non ho trovato chi volesse fare il sindaco e io non me la sentivo per motivi personali».
Per Colcergnan, tuttavia, smettere i panni di amministratore non vuol dire smettere quelli di cittadino. «Dove sono stato in questi anni? A Canale: ho visto quello che ha fatto l'amministrazione e sono intervenuto in tre assemblee su cooperativa, fusione dei Comuni e centraline. Pensavo fosse un mio diritto di cittadino esprimere un’opinione».
Perché, per l'ex sindaco, la parola Comune va intesa come entità territoriale fatta da cittadini. «Quando ho detto che un Comune che ha le palle può impedire la costruzione di una centralina su terreni di uso civico, non intendevo riferirmi a una persona, ma intendevo che la battaglia va fatta da amministrazione e cittadini. A meno qualcuno non faccia come Mussolini, che si era identificato con l'Italia. E comunque De Rocco è sindaco pro tempore e, visto che la questione sarà lunga, probabilmente altri dovranno affrontare il problema».
Durante l'assemblea di mercoledì, Colcergnan aveva sostenuto che gli usi civici non sono alienabili, non sono usocapibili e non sono espropriabili se il Comune non dà l'ok. «Ho avuto una telefonata con De Rocco ieri mattina», conclude Colcergnan, «e mi ha confermato che in questi otto anni in cui "ho dormito" la norma sugli usi civici non è cambiata. Mi ha anche detto che, per quanto riguarda il Biois, aveva scelto di non entrare in contenzioso. Io invece l’avrei fatto, perché voglio bene a Canale e alla Valle del Biois e da sindaco ho sempre operato per il territorio».
Gianni Santomaso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi