«Collabora e chiuderemo un occhio»

Caso Gd Consulting. L’imputata Emanuela Deola parla in aula di un misterioso episodio accaduto in casa di un amico
Di Marco Filippi
Addis Melaiu all'uscita del tribunale
Addis Melaiu all'uscita del tribunale

BELLUNO. «Un giorno, un amico, imprenditore di Sedico che conosco da quando avevo 20 anni, mi invitò a pranzo a casa sua e lì trovai una persona che si qualificò come finanziere. Per essere credibile mi mostrò un tesserino verde chiaro. Mi disse che la Finanza stava facendo indagini sulla Gd Consulting e che a breve sarebbe scoppiata una bomba. Mi disse, inoltre, che era meglio per me collaborare con loro perché così avrebbero chiuso un occhio sulla mia posizione».

La bomba, in realtà, l’ha fatta scoppiare Emanuela Deola, in aula, ieri mattina, nel corso della sedicesima udienza del processo a vertici e promotori finanziari della Gd Consulting, quando ha raccontato di un misterioso episodio, avvenuto qualche tempo dopo la perquisizione della sua auto, nel novembre 2005, alla dogana di Brogeda. Un episodio che avrebbe potuto far, quanto meno, sorgere ai vertici della società truffaldina italo-svizzera il sospetto di essere finiti sotto inchiesta, quando ancora le indagini erano in corso, anche perché avvenne prima che scattassero le misure cautelari. La Deola, infatti, ha riferito di aver subito avvertito Roberto Bortolotto di quell’incontro. Ma questi, a suo dire, non diede peso al fatto. «Bortolotto mi disse: “Ma va!”» (in realtà quell’episodio non fu così sottovalutato dai vertici della Gd, visto che in fretta e furia cambiarono cellulari usando schede svizzere nella speranza di non essere intercettati, ndr). E la stessa Deola dice che le sembrava “inverosimile” che quello fosse un vero finanziere.

La Deola, rispondendo alle domande del suo legale, l’avvocato Raffaella Mario, ha anche riferito che l’imprenditore di Sedico era amico del pubblico ministero Gianni Griguolo, inizialmente titolare dell’indagine sulla Gd Consulting (ora magistrato alla Corte d’Appello di Milano), e che lei stessa, ironia della sorte, in un’altra occasione, durante un pranzo con l’imprenditore di Sedico, a cui partecipò anche il pm, diede al magistrato una brochure della Gd Consulting prospettandogli la possibilità di investire i propri soldi.

In altre parole, la linea difensiva della Deola è chiara: io ero una semplice segretaria, ero completamente ignara dell’inganno tant’è che, in buona fede, ho dato la brochure ad un magistrato e quando ho iniziato ad avere dei dubbi e a manifestare apertamente qualche perplessità sono stata licenziata dalla Gd.

Le perplessità della Deola, a suo dire, iniziano a novembre del 2005 quando viene fermata alla dogana di Brogeda, al confine italo-svizzero. «Lì, la polizia doganale mi smontò letteralmente l’auto. Il controllo durò tre o quattro ore. Mi furono fotocopiati anche gli appunti di lavoro che tenevo in un bloc-notes».

A quel punto la Deola avrebbe iniziato a fare domande ai vertici della Gd Consulting. «Domande che, in particolare da Maruccia, non erano gradite».

L’imputata feltrina, che nel corso della sua lunga deposizione, ha con frequenza sottolineato che nella sede di Conegliano svolgeva solo mansioni di segretaria, ha iniziato ad effettuare ricerche scoprendoche la Gd Consulting non era iscritta all’Uic (Ufficio Italiano Cambi). «Come lo scoprii? Attraverso una visura camerale».

Il pubblico ministero Antonio Bianco, a quel punto, ha contestato all’imputata, che si è sempre professata semplice segretaria e non promotrice finanziaria, che fare una visura camerale e altri tipi di verifiche dimostrava dimestichezza ed una certa esperienza con il settore finanziario, al contrario di quanto ha sempre sostenuto l’imputata, licenziata nel febbraio 2006, perché ritenuta da Addis e soci “non affidabile”.

Il processo è stato, alla fine, aggiornato al 3 aprile. Nel corso delle prossime udienze davanti al collegio (presidente Sergio Trentanovi, a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi) sfileranno altri testimoni. Il legale di Gianpiero Addis Melaiu, l’avvocato Stefano Pelizzari del foro di Lecco, ha già annunciato che il suo cliente non si sottoporrà all’esame. Al massimo il grande capo della Gd Consulting si presenterà in aula per rilasciare dichiarazioni spontanee.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:gd consulting

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi