Collegamenti sciistici con la Pusteria, polemica in Comelico
COMELICO. E' polemica sul Comelico tra ambientalisti e operatori economici. Carlo Alberto Pinelli, fondatore di Mountain Wilderness, attacca frontalmente il giornalista Stefano Vietina per un suo recente articolo sul Corriere delle Alpi e quest'ultimo gli risponde per le rime.
Salvaguardando il diritto di critica ma anche quello di replica, pubblichiamo qui di seguito le due posizioni, precisando che la direzione del nostro giornale - storicamente sensibile alle istanze di tutela ambientale e del territorio - ritiene che le istanze di MW siano state ampiamente e più volte rappresentate sulla testata, al pari di quelle dell'economia comelicense, in una logica di dialettica contrapposta.
La lettera del presidente di Mountain Wilderness
Gentile Direttore,
L’articolo di Stefano Vietina, apparso sulle recenti pagine del quotidiano Il Corriere delle Alpi con il titolo “ Il Comelico si ribella a MW” si schiera palesemente con le opinioni espresse da alcuni intervistati e non si preoccupa di offrire al lettore qualche minima informazione sui punti di vista, il profilo, la storia della controparte.
Domina l’articolo una plateale ignoranza di chi sia e come operi in Italia, in Europa, in Asia, Africa e Sud America l’associazione internazionale “Mountain Wilderness- alpinisti di tutto il mondo in difesa della montagna”. Prima di diffondere inesattezze da matita blu sarebbe stato opportuno perdere cinque ( dico cinque!) minuti e entrare nei siti di MW Italia e di Mountain Wilderness International.
Se l’articolista e gli intervistati l’avessero fatto, probabilmente avrebbero evitato di esternare affermazioni che rasentano il ridicolo e che certamente non rivelano la volontà di dare vita a un dialogo pacato e costruttivo.
Delegittimare l’avversario, a prescindere dalle sue ragioni ( chiaramente illustrate nel documento che allego in calce), sulla sola base di gelosie territoriali, non è proprio il massimo della democrazia.
E’ vero: i soci e gli attivisti della nostra associazione sono trentini. Ma anche piemontesi, lombardi, veneti, emiliani, toscani, laziali, abruzzesi, sardi, siciliani. E allora? Basta questo per obbligarli a stare zitti?
Dirò di più, come negare ai nostri soci catalani, svizzeri, francesi, olandesi, pakistani, ecc, il diritto di esprimere preoccupazioni per gli effetti negativi che i progetti di collegamento sciistico tra il Comelico e la val Pusteria potrebbero avere sulla qualità e l’integrità degli spazi dolomitici, alcuni dei quali hanno ottenuto dall’UNESCO la qualifica di patrimonio mondiale?
Il paesaggio naturale italiano non solo è tutelato dalla Costituzione ( articolo nove ) ma va considerato in tutti i sensi un bene comune che - proprio come tale – non può essere imprigionato nelle maglie degli interessi particolari e esclusivi di questa o quella comunità.
In particolare quando gli stravolgimenti sono vietati da esplicite norme. Sempre secondo la Costituzione nessuno può pensare di essere il padrone assoluto di un bene. Di conseguenza i diritti di coloro ai quali è capitato in sorte il destino di nascere e vivere nel Comelico restano innegabili e devono essere tenuti in debito conto; ma vanno armonizzati con le convenienze materiali e culturali dell’intera collettività nazionale e con gli impegni assunti a livello regoliero, dell’UNESCO, dell’IUCN.
La frase: “ A casa mia comando solo io!” è dunque legalmente ( e moralmente!) priva di fondamento. Aggrapparsi ad essa genera solo equivoci e non porta lontano.
Questa è la realtà, piaccia o non piaccia a qualche albergatore. Mountain Wilderness sarà sempre felice di confrontarsi con le articolate espressioni territoriali del Comelico: ma solo quando la suddetta realtà verrà accettata in pieno, senza reticenze, come punto di avvio di approfondimenti costruttivi.
Approfondimenti che potrebbero anche concludersi con la decisione di non portare avanti il progetto del collegamento sciistico tra il Comelico e l’Alto Adige. Sia per non degradare la bellezza naturale dei luoghi ( in prospettiva, la vera gallina dalle uova d’oro!), sia per non gettare milioni di euro in un’ iniziativa speculativa che - spogliata dagli specchietti per le allodole del del vecchio consumismo e dei suoi logori miti - sembrerebbe destinata a non portare comunque solidi vantaggi per le comunità interessate.
Carlo Alberto Pinelli
Garante internazionale di Mountain Wilderness
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La replica di Stefano Vietina
Quando si accusa di “plateale ignoranza” qualcuno, o di “non offrire al lettore il parere della controparte”, bisognerebbe almeno documentarsi prima.
Poiché faccio il giornalista da 37 anni, e sono abituato a cercare di capire il contesto prima di scrivere, evidenzio a lei, ed alla folta schiera di interlocutori che ha chiamato in causa nella sua mail, che il mio articolo del 23 gennaio scorso si inserisce in un lungo dibattito, apparso sempre sul quotidiano Corriere delle Alpi, in cui mi pare sia stato ampiamente espresso il parere di Mountain Wilderness sulla questione Comelico.
In particolare, andando a ritroso:
- 17 gennaio 2018 - “Altolà ambientalista sul collegamento Comelico-Pusteria. Mw pronta a portare il caso alla ribalta sui media nazionali. «Il progetto causerebbe danni irreparabili al territorio”, di Francesco Dal Mas LINK
- 30 novembre 2017 - “Gli ambientalisti non convincono le Regole. Mountain Wilderness incontra i comeliani per parlare del collegamento sciistico con la Pusteria” LINK
- 9 novembre 2017 - “Ambientalisti critici sui nuovi impianti. Padola, Mountain Wilderness contesta il progetto di collegamento sciistico con Croda Rossa”, di Francesco Dal Mas LINK
- 30 ottobre 2017 - “Collegamento con la Pusteria contestato dagli ambientalisti. La Sovrintendenza ha ricevuto le corpose osservazioni di Mountain Wilderness sul nuovo impianto. Comune di Comelico Superiore preoccupato per le ripercussioni su un’opera molto attesa” di Francesco Dal Mas LINK
- 24 luglio 2017 - “Carosello dello sci in Comelico, ambientalisti preoccupati. Alta Pusteria-Comelico: «Porterà benefici solo agli altoatesini mentre i bellunesi si sentiranno alla fine sfruttati». Timori anche per il futuro ampliamento”, di Francesco Dal Mas LINK
Peraltro segnalo anche, in data, 12 dicembre 2017 l'articolo “Mai detto di essere contro il collegamento. Il presidente della Regola di Padola replica a MW: «Unirsi sci ai piedi con la Pusteria una scelta vitale.” (di f.d.m.) in cui esplicitamente si evidenzia come MW, in un suo comunicato, abbia attribuito al Presidente della Regola di Padola frasi mai dette ed abbia anche affermato di aver incontrato tutte le quattro Regole di Comelico Superiore (mentre all'incontro era presente solo una). Per chi accusa gli altri di non offrire una presentazione veritiera dei fatti, questi non sono peccatucci da poco...
Per parte mia, non ho fatto altro che raccogliere, da giornalista, le rimostranze della popolazione locale dopo questi interventi, caratterizzati (basta leggerli) anche da toni intimidatori “Stiano bene attente le Regole del Comelico” (17 gennaio 2018), “Sindaci e operatori turistici sappiano, in altre parole, che avranno la vita dura” (24 luglio 2017), etc, che hanno esasperato gli animi di chi attende da questo collegamento sciistico una speranza per non dover emigrare.
Ma proprio da giornalista colgo al volo questa ghiotta opportunità di chiedere a lei, Garante Internazionale di Mountain Wilderness:
1. quanti iscritti ha la sua associazione? Quanti in Italia? Quanti risiedono e lavorano tutto l'anno in montagna?
2. Nel massimo rispetto di tutti i punti di vista, le suggerirei dunque di promuovere una riunione pubblica in Comelico, nel corso della quale poter chiarire la vostra posizione e far esprimere anche quella dei residenti.
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