Collegamento Comelico - Pusteria, il comitato protesta a Venezia

VENEZIA L’obiettivo è stato raggiunto. Ieri un pezzo di Comelico, indossate delle pettorine rosse con la scritta “Sì al collegamento – No ai vincoli”, ha gioiosamente invaso Venezia. Una cinquantina, non di più, capaci però di richiamare l’attenzione dei residenti ed anche dei tantissimi turisti, incuriositi dagli slogan ritmati con un megafono e dai fischietti. E soprattutto da questa massa rossa che si è trasferita dalla stazione di Santa Lucia fino alla vicina sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, in Sestiere Santa Croce 770. All’arrivo, una delegazione del Comitato Pro collegamento, composta da Rinaldo Tonon ed Elvio Sacco Sonador, è stata ricevuta all’interno del palazzo, mentre il resto del gruppo animava il vicino rio. Assente, come previsto, la Soprintendente Emanuela Carpani, impegnata con le iniziative della Biennale Arte, i due sono stati ricevuti dall’architetto Edi Pezzetta..

Cosa vi siete detti?
«Siamo stati ricevuti ed abbiamo spiegato le nostre posizioni in merito al “sì” per gli impianti sciistici ed al “no” circa nuovi potenziali vincoli imposti ai nostri paesi».
Quale è stata la risposta?
«Una risposta sicuramente interlocutoria in quanto ci sarà una riunione il 16 di maggio a Roma, alla Direzione generale del Ministero per i beni ambientali e culturali, con la partecipazione del sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, della Regione e di eventuali forze politiche del Bellunese; lì si discuteranno le controdeduzioni che la Regione ha concordato con i Comuni e che saranno inviate al Ministero nei prossimi giorni».
Sensazione?
«Siamo realisti, abbastanza fiduciosi, ma anche preoccupati. Speriamo che la nostra posizione sia compresa e che si capisca soprattutto che non è un capriccio, ma un’esigenza effettiva per sopravvivere. Siamo qui a Venezia e non siamo abituati a fare queste cose, ma siamo stati obbligati a manifestare, sicuri che con un po’ di buonsenso la situazione si può risolvere».

Quanto è importante il collegamento?
«Per noi è fondamentale. La nostra economia è tipicamente turistica, e l’inverno funge da traino per l’estate. Dobbiamo soprattutto cercare di lavorare più mesi: adesso si lavora solo due mesi all’anno, se è tanto; dobbiamo arrivare almeno a 6/7 mesi, come fanno i vicini dell’Alto Adige. E senza questa infrastruttura è impossibile».
La sede della Soprintendenza era presidiata dalle forze dell’ordine, ma tutto si è svolto con la massima tranquillità. L’architetto Pezzetta, dopo aver ricevuto la delegazione del Comitato, è uscito dalla sede per rilasciare qualche intervista, ai giornali ed anche alla redazione Rai di Venezia, che ha dedicato alla manifestazione una particolare attenzione.
«Era questo che volevamo», hanno sottolineato i rappresentanti del Comitato, «ovvero portare le nostre istanze qui a Venezia, in modo da far capire che i problemi della montagna che si spopola non sono solo nostri, ma di tutti. Una montagna senza manutenzione è un rischio anche per la pianura. E se ci obbligano ad abbandonare i nostri paesi, perché non c’è lavoro, chi manterrà viva e sicura la montagna? ». —
Stefano Vietina
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