Colombe e dolciumi nel reparto di Pediatria con i Dottor Clown

BELLUNO
Il naso rosso non si poteva vedere sotto la mascherina. Ma i bambini del reparto di Pediatria dell’ospedale San Martino di Belluno sanno che dalle loro parti sono passati i Dottor Clown. Ieri hanno trovato dolci e colombe che la caposala Marilisa ha distribuito anche agli impegnatissimi colleghi dei reparti vicini. Nella stessa ala di viale Europa, ci sono anche la Pneumologia Covid-19 e le Malattie infettive, i tre più sotto pressione.
I Dottor Clown sono arrivati con la responsabile provinciale dottoressa Batù, il presidente nazionale dottor Baristo e le colleghe Salsina e Michelica. Tutti con la mascherina protettiva, i guanti richiesti dall’ultima ordinanza del governatore Zaia e l’allegria di serie: «Abbiamo deciso di fare un regalo non solo ai piccoli, ma anche a coloro che si stanno occupando di loro, senza dimenticare i colleghi, che stanno affrontando ormai da settimane questa grave emergenza sanitaria», sorride la dottoressa Batù, «ci ha fatto anche un certo effetto vedere lo striscione appeso al terrazzo proprio della Pediatria. Quello che ringrazia, medici, infermieri e operatori socio sanitari, che prendono per mano i pazienti e li salvano con i colori dell’arcobaleno».
La visita non poteva durare molto tempo, vista l’emergenza sanitaria in corso, ma è stata molto gradita da tutti e magari potrà ripetersi, quando la situazione sarà finalmente tornata alla normalità e si potrà tornare a stringersi la mano.
Dottor Clown Belluno è un’associazione di volontariato, che crede in quella che si chiama Clownterapia, come parte integrante del processo di cura della persona ammalata.
Per questo motivo, porta il proprio servizio all’interno di strutture socio-sanitarie per contribuire al benessere psicologico in situazioni di oggettivo sconforto, dovuto alle più svariate patologie. Gli strumenti utilizzati per questo fine sono l’allegria, l’umorismo, la positività, e l’ascendente che il naso rosso può generare nei rapporti tra clown e coloro che si rivolgono a loro, per trascorrere dei momenti di serenità, in condizioni difficili. –
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi