Colotti e Agrario, l’età si fa sentire #matteovieniascuola
FELTRE. Sette edifici, decine di problemi strutturali. Le scuole superiori feltrine non se la passano proprio bene e ci vorranno anni prima che tutti gli interventi richiesti dalla Provincia per metterle a posto siano terminati. Le strutture hanno sulle spalle decine di anni di storia e una manutenzione carente, tanto che basta una pioggia per mettere a dura prova un tetto o uno scantinato. La fotografia edilizia si fotocopia da sé.
Rizzarda e Colotti. Se Matteo Renzi venisse in visita alle scuole di Feltre, probabilmente partirebbe dal Colotti. Costruito nel 1925, è una delle strutture ad oggi più problematiche. Sull'edificio non è mai stata eseguita una prova sismica o di carico. Il secondo piano è inagibile e senza pannelli sul soffitto, viene usato come magazzino così come la cantina e una delle due palestre; l'altra non è a norma per ospitare partite interscolastiche di calcetto. Per ristrutturarle entrambe, la Provincia ha stanziato 250 mila euro dei 460 mila necessari. Ci sono bagni che non funzionano correttamente, altri che scaricano male e manca addirittura qualche rubinetto. Il riscaldamento non funziona in alcune classi, anche se poi il calore viene disperso dagli infissi troppo vecchi.
Il Rizzarda è di fattura più recente, pertanto più sicuro dal punto di vista sismico, almeno nella parte nuova. Il seminterrato però si allaga quando le piogge sono un po' più intense. Al primo piano c'è una crepa nel muro, alcuni bagni non sono illuminati e altri hanno le maniglie rotte.
Istituto agrario. La struttura di Vellai ospita l'indirizzo per agricoltura, ambiente a indirizzo forestale dal 1984. Da allora i problemi non hanno fatto che sommarsi. La palestra non sarebbe totalmente agibile, ma per poterla usare vengono concesse continue deroghe. Il pavimento in porfido è ceduto in più punti, i vetri rotti delle finestre sono stati sostituiti con del plexiglass, dal soffitto piove tanto da tirare fuori i secchi per raccogliere l'acqua che cade dall’alto.
Molti bagni non hanno le porte. Davanti all'ingresso della scuola c'è un platano monumentale sotto cui non si può sostare perché non viene potato da tempo e i rami potrebbero essere un pericolo. Diverse facciate dell'edificio sono imbrattate da graffiti e scritte che ne deturpano l'aspetto.
Liceo “Dal Piaz”. È forse il polo messo meglio, con qualche acciacco dovuto all'età della sede centrale, quel tanto da lasciar entrare l'acqua negli scantinati o nel corridoio che porta in palestra quando piove davvero tanto. La grandezza delle classi non sempre è adeguata: in più aule c'è la sensazione che sussista un problema di sovraffollamento. La sede distaccata di via Tofana conosciuta come "classico" è stata sistemata nel 2009 e restituita con infissi nuovi, riscaldamento centralizzato ad aria forzata e cappotto isolante rivestito con nuove piastrelle rosse.
Negrelli e Forcellini. La scuola più giovane è il Forcellini, 20 anni appena e chiusa da settembre per verifiche statiche, in previsione dei lavori di consolidamento strutturale che partiranno in primavera. Al Negrelli la convivenza di Itis e geometri ormai non pesa più di tanto: gli spazi sono condivisi e sufficienti per accogliere la strumentazione e i banchi necessari, distribuiti per 24 classi. La Provincia punta a riaprire il Forcellini a settembre, e con esso la partita per la chiusura di una delle scuole feltrine, con conseguenze riorganizzazione dei poli di tutta la città.
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