«Colpiti da una grandinata improvvisa»

Ore decisive per l’alpinista sorpreso dal temporale sulla parete della Marmolada: è ricoverato a Treviso in area intensiva
ROCCA PIETORE. Affollata al pari di un centro commerciale, sabato pomeriggio la Marmolada si è trasformata in una trappola ghiacciata che ha ridotto in fin di vita un alpinista. L’uomo, 31 anni, si trova nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Treviso, dove è stato portato da Falco dopo il recupero in parete e le prime manovre di soccorso in rifugio. Le cascate ghiacciate che scendevano dalla Marmolada durante il temporale gli hanno causato una grave ipotermia.


«Stava scalando la via Vinatzer» spiega Dante Del Bon, gestore del rifugio Falier a 2074 metri di quota, ai piedi della parete sud della Marmolada, «avevo scambiato qualche parola con lui prima di salire. È un alpinista esperto, come tutti quelli che affrontano queste vie».


Sabato pomeriggio la Marmolada era una meta particolarmente ambita. Oltre al gruppo sulla Vinatzer, composto da quattro persone, c’erano altre persone sulla via Soldà e sulla via Don Quixote. A metà pomeriggio il tempo è rapidamente peggiorato e sui cieli sopra il ghiacciaio si è abbattuta una violenta grandinata.


«Gli alpinisti sulla Soldà e sulla Don Quixote si sono riparati sotto uno spigolo» ricorda Del Bon, testimone dell’evento, «e sono stati raggiunti dai soccorritori trentini. La Vinatzer invece è molto più esposta. Tre alpinisti sono riusciti a trovare un piccolo riparo mentre uno è rimasto sotto un colatoio».


Lì, esposto alla furia del temporale, è stato investito da una cascata ghiacciata. Un fenomeno che si può talvolta notare quando le nubi avvolgono le vette delle Dolomiti e che, in altri frangenti, avrebbe semplicemente simboleggiato la potenza della natura che ancora detta legge in alta quota. In questo caso, però, lo spettacolo ha lasciato il posto al dramma.


«Ho segnalato la presenza di alpinisti in quota» spiega Del Bon, «che continuavano a mandare segnali luminosi. Si sono presi tutta la grandine».


Sul posto è intervenuta l’eliambulanza, che ha recuperato il più grave con un verricello di 30 metri e lo ha portato al rifugio, dove gli è stato praticato il massaggio cardiaco mentre l’elicottero Falco recuperava gli altri tre alpinisti. Da lì l’elicottero è partito alla volta dell’ospedale di Belluno arrivando infine a Treviso, dove il giovane è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva in condizioni critiche. Le prime ore sono cruciali per poter definire il quadro clinico, tanto che i medici si riservano la prognosi e non si esprimono sulla possibile evoluzione della situazione.


Gli altri alpinisti sono stati accolti dal Falier che ha dato loro un cambio asciutto, da mangiare e da dormire. Ieri mattina sono ripartiti. «Se la sono vista brutta» spiega Del Bon, «avevano consultato le previsioni e le probabilità di precipitazioni erano piuttosto basse. Il temporale è stato molto violento, cose di questo tipo non capitano spesso».


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