Colpito dal coronavirus, il Bellunese piange don Unterberger

L’annuncio della diocesi: «Fatali gli esiti del Covid-19». In seminario ha insegnato ad una generazione di preti bellunesi
Don Giovanni Unterberger
Don Giovanni Unterberger

BELLUNO. La comunità ecclesiale bellunese è in lutto: su è spento giovedì all’ospedale San Martino, dove era ricoverato da alcuni giorni, don Giovanni Unterberger, per decenni insegnante al seminario cittadino e formatore di molti sacerdoti bellunesi.

«Gli sono stati fatali gli esiti del Covid-19, da cui era stato colpito», ha sottolineato la diocesi di Belluno - Feltre dando l’annuncio della scomparsa del sacerdote di origine cadorina. Don Unterberger era nato infatti a Tai di Cadore il 9 gennaio 1943 da Luigi e Maria Riz.

Ordinato presbitero il 28 giugno 1966, aveva impegnato i primi anni del suo sacerdozio a Roma, ottenendo la licenza in Universa theologia alla Pontificia università lateranense e poi la licenza in Scienze bibliche al Pontificio istituto biblico di Roma. Tornato in diocesi, negli anni 1970-1971 fu vicario cooperatore nella parrocchia cittadina di Loreto.

Un incarico che aveva affiancato ai primi insegnamenti di Sacra Scrittura e di greco al Seminario Gregoriano: quest’attività lo impegnò per oltre quarant’anni fino al 2014.

«Dal 1976 al 2014 fu direttore spirituale nello stesso seminario», ricorda la diocesi ripercorrendone l’operato, «divenendo di fatto il formatore di un’intera generazione di preti: salvo i più giovani, quasi tutti i preti oggi attivi nella nostra diocesi lo hanno conosciuto come guida e confessore».

Don Giovanni Unterberger è stato inoltre docente di esegesi all’Istituto superiore di scienze religiose di Belluno dal 1986 al 2005 e alla Scuola di formazione teologica di Belluno dal 2005 al 2017.

Canonico della cattedrale di Belluno dal 1990, nel 2011 divenne canonico teologo e infine penitenziere nel 2020.

«Anche senza mai assumere il ministero di parroco», ricorda la diocesi, «fu guida spirituale di moltissime persone, che a lui ricorrevano come confessore, consigliere o maestro di vita spirituale».

Qualche giorno fa aveva scritto così: «Carissimi, buona sera. La mia situazione continua ad essere impegnativa e non mostra ancora la soluzione. Ma confidiamo sempre. A Dio piace tanto la fiducia in Lui. Grazie infinite della preghiera, un abbraccio a ciascuno».

«È l’abbraccio che riceviamo come Chiesa diocesana», viene sottolineato dalla diocesi attraverso il proprio sito istituzionale, «raccomandando don Giovanni a quel Signore in cui ebbe e mostrò incrollabile fiducia». —

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