Colpito dal fulmine davanti alla figlia

La vittima è un veneziano sorpreso dal temporale sulla via normale ovest del Peralba. Illesa la piccola, ferito un amico
Di Marco Ceci

SAPPADA. Colpito da un fulmine. È morto davanti agli occhi della figlioletta di appena 8 anni, rimasta praticamente illesa, il 49enne Silvano Bortoletto, l’escursionista di Musile di Piave (Venezia) rimasto folgorato ieri pomeriggio mentre stava scendendo lungo la via normale ovest del monte Peralba.

Solo un trauma e fratture facciali dovute alla caduta conseguente alla perdita di conoscenza, invece, per l’amico che li aveva accompagnati, P.G. di San Donà di Piave, anche lui di 49 anni.

La tragedia si è consumata poco dopo le 14.30 quando il gruppetto, dopo essere partito dal rifugio Calvi e aver risalito la ferrata Pietro Sartor raggiungendo la vetta del Peralba, stava percorrendo in discesa il sentiero in cresta. I tre avevano già superato il tratto più impegnativo quando, in coincidenza di un ghiaione, sono stati sorpresi da un forte temporale che ha scaricato nella zona una fitta grandinata. I due uomini e la bambina hanno probabilmente tentato di raggiungere un riparo, ma un fulmine si è abbattuto su di loro, non lasciando scampo a Bortoletto. L’amico, dopo aver perso conoscenza, è invece rotolato per alcuni metri lungo il ghiaione. Ripresosi dopo pochi istanti e vedendo l’amico a terra, esanime, è riuscito nonostante le ferite al volto a contattare con il telefonino cellulare la moglie, che si trovava a San Pietro di Cadore, dove il gruppo stava trascorrendo le ferie. La donna ha immediatamente allertato il 118, che dopo aver fatto decollare l’eliambulanza di Pieve di Cadore ha inviato sul posto il Soccorso alpino di Sappada e i vigili del fuoco di Santo Stefano. Giunto sul luogo dell’incidente, il personale dell’elicottero del Suem, dopo aver appurato che non c’era ormai più nulla da fare per Silvano Bortoletto, ha sbarcato il tecnico del Soccorso alpino e imbarcato la bambina, trasportandolo al sottostante rifugio Sorgenti del Piave, dove è stata affidata agli uomini del Soccorso alpino di Sappada, che nel frattempo avevano raggiunto la struttura. L’eliambulanza ha quindi caricato a bordo un soccorritore in supporto alle operazioni, riportandosi sul luogo dell’incidente, dove ha recuperato il ferito, trasferito in condizioni gravi all’ospedale San Martino di Belluno.

Coinvolti nelle operazioni anche gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza della stazione di Auronzo, che hanno espletato gli atti di polizia giudiziaria avvisando la magistratura. L’indagine è stata comunque chiusa nell’immediato, appurando la tragica fatalità. Constato il decesso per folgorazione e ricevuto dal magistrato il nulla osta per la rimozione, i soccorritori hanno ricomposto il corpo del padre e sollevato la barella con il verricello. L’elicottero ha quindi sbarcato soccorritori e il corpo senza vita del 49enne di Musile al rifugio Sorgenti del Piave, da dove gli uomini del Soccorso alpino hanno poi trasferito la salma alla camera mortuaria di Sappada.

Per il 49enne di San Donà arrivato sotto choc al pronto soccorso di Belluno gli accertamenti medici hanno evidenziato un trauma cranico commotivo e fratture facciali multiple, ma nessun segno di folgorazione. L’uomo, che ha trascorso la notte in osservazione al San Martino, ha riferito ai medici di ricordare solo di essere stato sorpreso da un’improvvisa grandinata e di aver visto l’amico ormai esanime una volta ripreso i sensi.

Solo una piccola ferita alla fronte, invece, per la bambina di 8 anni. «È stata subito portata via dal luogo dell’incidente», hanno riferito gli uomini del Soccorso alpino di Sappada, «per evitare che assistesse alle operazioni di recupero del corpo del padre. Durante il trasporto e la sua permanenza al rifugio Sorgenti del Piave ha più volte riferito di star bene e di essere in grado di camminare».

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