Comelico, «un viaggio odissea per fare i tamponi a Belluno»

Partendo dalla sua esperienza, un commerciante di Campolongo si chiede: «Non sarebbe più logico montare un tendone a Pieve e farli quassù?»

COMELICO. Crescono i casi di presunto Covid in Comelico, ma per fare il tampone bisogna andare fino a Belluno. «Ma è possibile che non si riesca ad allestire un semplice tendone all’ospedale di Pieve per la gente del Comelico e del Cadore? ».

È questa la denuncia di Mauro Pomarè, classe 1966, titolare del negozio di ferramenta di Campolongo, che racconta la sua vicenda.

«Domenica ero in Romagna e mi arriva una telefonata. Era una signorina dell’Ufficio prevenzione dell’Usl1 di Belluno che mi ha detto che dovevo ritenermi in quarantena. Le ho fatto presente che ero almeno a quattro ore di macchina da casa e che dovevo rientrare, al che lei mi ha dato alcune disposizioni precise a cui attenermi: stare chiuso in camera mia, farmi portare da mangiare in camera, non avere alcun contatto con mia moglie, far lavare i miei vestiti a 90 gradi. Infine mi è stato detto di recarmi all’ospedale di Belluno all’indomani, ovvero lunedì, alle ore 11.30, per fare il tampone. Non ho ribattuto, ma ho trovato strano sia il lavaggio a 90 gradi degli indumenti, che vorrebbe dire rovinarli irrimediabilmente, sia il richiamo a stare in quarantena ed allo stesso tempo ad andare a Belluno. Mi sembrava un po’ una contraddizione, insomma».

Le hanno spiegato il motivo per cui le chiedevano di fare il tampone?

« Credo sia legato ad un caso di positività riscontrato in un locale dove devo aver cenato qualche giorno fa, e che mi risulta sia poi stato chiuso».

Cosa ha fatto, allora?

«Lunedì (ieri per chi legge, ndr) mi sono messo in macchina e sono partito per Belluno. Una piccola odissea che mi ha fatto riflettere su come noi che abitiamo in alta montagna siamo sempre più disagiati. Ormai per qualsiasi cosa si deve andare a Belluno. Il viaggio è lungo, fra andata e ritorno sono 130/140 chilometri; ci sono i cantieri che rallentano ulteriormente l’andatura; ci sono i rischi di fare un incidente. Poi l’appuntamento era alle 11, 30 e mi è stato fatto il tampone alle 12, 20. Per carità, medici e infermieri sono stati gentilissimi e fanno solo il loro dovere, ma chi dirige l’ospedale non ha pensato che forse sarebbe stato meglio mandare su una macchina con gli operatori e fare i tamponi, ad esempio, all’ospedale di Pieve? Anche perché mi sono trovato insieme a molti altri comeliani che erano stati richiamati come il sottoscritto. In fondo un tendone lo si monta in pochi minuti ed a quanto ho visto non serve altro, oltre a tamponi e operatori ovviamente».

Adesso?

«Sto rientrando a casa dove resterò in quarantena fino a quando mi comunicheranno l’esito, il che potrebbe arrivare fra 24 ore come fra qualche giorno. Intanto il mio negozio resta chiuso e posso solo aspettare». —


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