Comitati: «Fondazione inutile»
BELLUNO. «La Fondazione Dolomiti Unesco è ancora utile?». Se lo chiedono i comitati civici della Valbelluna, che da tempo contestano il progetto di razionalizzazione degli elettrodotti Terna e che avevano rivolto le loro critiche anche alla Fondazione Unesco, per non aver fatto nulla contro quel progetto.
Fra i comitati e l'ente c'è stato un incontro, giovedì, a Palazzo Piloni. C'erano la presidente Daniela Larese Filon, il segretario generale della Fondazione Marcella Morandini, i consulenti Cesare Lasen, Piero Gianolla e Cesare Micheletti. Per i comitati erano presenti Gianni Pastella, Simonetta Buttignon, Renata Dal Farra e Daiana Broi. «Nel ringraziare la presidente Larese Filon, per la sua disponibilità, non possiamo non segnalare le nostre preoccupazioni in merito all’operato (o sarebbe meglio dire, il non-operato) della Fondazione in questi anni», scrivono i comitati. «Nell’incontro, infatti, i rappresentanti della Fondazione hanno dichiarato che non si considerano né un’istituzione, né un organo, ma sono semplicemente un cappello che coordina le cinque Province per la gestione delle sole aree “core” dei siti seriali; che disconoscono il rapporto Unesco predisposto da Greame Worboys nel 2011, soprattutto nella parte riguardante la tutela vasta del paesaggio dolomitico, ovvero al di fuori delle aree “core” e “buffer” (cuore e tampone), e le interferenze prodotte dai tralicci elettrici; che non sono deputati a produrre osservazioni su interventi nel paesaggio vasto delle Dolomiti, salvo che questi non interferiscano direttamente con le zone “core”». I rappresentanti della Fondazione, prosegue la nota, «hanno inoltre affermato che interloquiscono con le popolazioni solo attraverso i loro organi istituzionali e che per questo non accettano l’invito a Cirvoi per confrontarsi con le persone che hanno manifestato a Cortina lo scorso 28 agosto».
Se la Fondazione «è stata voluta dall’Unesco per gestire il sito, ma allo stesso tempo ha dimostrato di non ottemperare ai contenuti dello Statuto ci chiediamo per quale motivo cinque Province e tre Regioni abbiano investito 2 milioni di euro in cinque anni (senza considerare le ulteriori spese gestionali, per un ammontare complessivo superiore ai 10 milioni di euro), per mantenere una struttura praticamente inutile». (a.f.)
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