Comitato del no: è sufficiente unire i servizi
Nei due paesi ci sono anche posizioni contrarie. L’ex sindaco Pellegrinon: «Non vedo i vantaggi»
FALCADE-CANALE. Tanti motivi per il no alla fusione. Da tempo il Comitato di cittadini per il territorio di Canale esprime tutta la sua contrarietà all’ipotesi di nascita del Comune unico. «Oggi – dice il Comitato – sui piccoli comuni ci sono due visioni opposte: chi li vede come “relitti” del passato, enti inutili, la cui ridotta dimensione demografica non consentirebbe di raggiungere quei livelli di “efficienza ed efficacia” nella gestione amministrativa e chi li ritiene sentinelle del territorio e piccoli presidi di democrazia. Noi pensiamo che le piccole comunità potrebbero continuare a prendersi cura del territorio, loro principale risorsa, se sostenute adeguatamente. Nei piccoli Comuni, inoltre, sono più facili sia la partecipazione che il controllo democratico sull’operato di chi amministra. È più facile che siano rappresentate anche le zone del territorio comunale più decentrate e periferiche».
A sostegno di questa visione il Comitato porta l’approvazione della legge sui Piccoli Comuni. «L’hanno votata tutte le forze politiche comprese quelle che avevano sostenuto (e sostengono!) la necessità di eliminare i piccoli Comuni. Questa legge non solo richiama l’attenzione su questi enti, ma mira a costruire politiche attive per il loro rilancio ed il loro sviluppo. Lo stanziamento (per ora) di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023 non è granché, ma altre risorse si potranno trovare. Teniamone conto prima di estinguere definitivamente i nostri Comuni».
Una delle paure del Comitato è poi che, in caso di fusione, il Comune con meno abitanti diventi una frazione dell’altro, le sue frazioni diventino frazioni della frazione. «Il numero di rappresentanti del Comune derivante da fusione si dimezza – riflettono – ed è inoltre più facile che le zone marginali non siano rappresentate. Aumenta la distanza tra i cittadini e il Comune, e non parliamo di chilometri». Infine il Comitato ritiene che i cittadini di entrambi i Comuni oggi non siano informati adeguatamente per esprimere un voto di portata storica. «A tutti è stato detto che staremo meglio – concludono – che avremo migliori servizi, risparmi, le famose economie di scala. Molti “si fidano” di quanto promesso dai loro sindaci e si pongono poche domande».
Contrari alla fusione sono pure gli ex consiglieri comunali di Falcade, Fulvio Valt e Bepi Pellegrinon. «Si è voluto accelerare su questo tema (che non è stato imposto da nessuno) – dice il primo – quando si potrebbe piuttosto puntare sull’unione di forze e di servizi. Se arriverà la fusione ho l’impressione che verranno centralizzati molti servizi, proprio quando abbiamo bisogno di più sostegno alle periferie».
«Sono molto perplesso – dice Pellegrinon – per me “piccolo è bello”. Non sono riuscito a vedere tutti i vantaggi che vengono prospettati, anzi penso che le cose si incasineranno di più. Non mi pare che il referendum sia sentito, forse ci si poteva arrivare con più gradualità».
(g. san.)
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