Comitato pro ospedale di Feltre: «Persi pezzi importanti della nostra sanità»

La portavoce Antonietta Casot è rimasta stupefatta dalla risposta di Perenzin in consiglio e dal mancato dibattito



. «Perdere due apicalità come farmacia e laboratorio analisi, quest’ultimo fondamentale per un centro di riferimento extraregionale di chirurgia oncologica gastrointestinale, è un fatto grave. Come grave è il fatto che non si sia tenuta nella minima considerazione ciò che era stato richiesto dal comitato pro ospedale di Feltre». Antonietta Casot, portavoce del comitato feltrino, rimasto acefalo dopo le dimissioni da presidente di Carlo Zanella, è stupefatta di fronte alla risposta del sindaco Perenzin alla domanda di attualità proposta dal capogruppo di Feltre Civica, Franco Debortoli, sul tema di sanità. «A stupire è stata la risposta astratta del sindaco che parla di “un rafforzamento della rete territoriale”, peraltro senza declinarne la caratterizzazione con esempi concreti», dice Casot. «E siamo rimasti basiti anche per la mancanza di un dibattito consiliare su un tema tanto delicato. Non ci sono stati interventi nemmeno da parte degli esponenti della minoranza. La domanda di Debortoli è rimasta lettera morta, anche se sollecitava una forte sensibilizzazione sul problema di un ospedale che, ad ogni tornata per la revisione delle schede di dotazione sanitaria, ha sempre perso qualcosa. Ad aprire le danze è stato il servizio immunotrasfusionale e adesso si chiude il cerchio con il depennamento del laboratorio analisi».

A detta del comitato il dare-avere delle schede penalizza l’ospedale cittadino: «A nostro avviso, questa volta il Santa Maria del Prato ha perso troppo. Si consegnano sette sale operatorie nuove e all’avanguardia, ma la senochirurgia viene portata a Belluno. Eravamo al top come neurologia e si dà un primo livello alla stroke unit per la gestione del paziente affetto da ictus ischemico attiva da almeno dieci anni, fra le prime in regione, e importantissima vista l’incidenza di casi nel nostro territorio. Il reparto di chirurgia vascolare viene trasferito a Belluno nonostante spettasse a Feltre».

Per inciso, ora è il chirurgo feltrino Giacomo Longo che fa chirurgia vascolare per l’intera Usl Dolomiti. Ma per tornare al ragionamento del comitato, «ci sono almeno tre primari di Feltre che operano a scavalco con Belluno, per far fronte alla carenza di professionisti. A questo punto la domanda: come si fa a pretendere che ai concorsi si presentino candidati se è l’ospedale di Feltre a presentarsi più debole a livello di programmazione? Si prevede peraltro il dimezzamento di posti letto, da 40 a 20, in chirurgia generale. Si fa presto a dire tagliamo posti letto e quelli che rimangono dedichiamoli ai pazienti in stato acuto e investiamo sul territorio. In che modo? Le medicine di gruppo sono state “abolite” dalla Regione, a parte i casi in cui erano già avviate, perché troppo costose e forse non giustificate nei criteri di efficienza».

«Vorremmo davvero capire dal vicepresidente della conferenza dell’Usl Dolomiti, nonché nostro sindaco, quali siano le valide alternative di cui ha parlato anche in consiglio per “rafforzare la rete territoriale”. Come comitato, auguriamo che non si sottragga al confronto prima che comincino le audizioni in quinta commissione visto che le schede, si dice dalla Regione, non sono immodificabili» . —



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