Commercio, al via le promozioni

Zampieri e Barp (Federmoda): «È l’effetto crisi, ognuno si arrangia come può».
PD 02/01/01 G.M. (DA SACCO) IL FUSO D'ORO, VIA MARSILIO DA PADOVA (NICOLUSSI)
PD 02/01/01 G.M. (DA SACCO) IL FUSO D'ORO, VIA MARSILIO DA PADOVA (NICOLUSSI)

BELLUNO. La crisi fa aguzzare l’ingegno e così qualche negozio nel Bellunese ha iniziato già da qualche tempo le vendite promozionali o gli sconti sulla merce. Anticipando così i saldi che dovrebbero partire il 5 gennaio. Una tattica per riuscire a vendere un po’ di più, soprattutto in questo periodo dell’anno dove il regalo per Natale o l’acquisto per Capodanno vengono naturali. Una procedura non proprio ortodossa, che mette in difficoltà gli altri negozianti. «Anche se non sono così diffuse come in altre parti del Veneto, anche da noi si applicano le promozioni in alcuni esercizi commerciali», dice il presidente della Camera della moda di Confcommercio, Vittorio Zampieri. «Questo, secondo quanto dice la norma in materia, non dovrebbe essere permesso a 30 giorni dall’inizio dei saldi, a patto che queste iniziative siano dovute a rinnovo locali o a chiusure. Sicuramente si tratta di procedure dettate dalla crisi, dove ognuno cerca di barcamenarsi come può», prosegue Zampieri.

E i dati sulle vendite non sono certo positivi, ad oggi. «Le vendite sono in calo», sottolinea il presidente della camera della moda provinciale, «perché le temperature sono state sopra la media fino a poco tempo fa quindi i capi coprispalla come la giubotteria o i piumini leggeri non sono stati venduti. E ora che è arrivato il freddo si cerca il capo pesante. Ma visto che siamo a pochi giorni dall’avvio dei saldi, la gente aspetta quando può spendere di meno».

«Il momento è difficile», sottolinea anche il vicepresidente del comparto provinciale, Antonio Barp. «Uno cerca il modo di tutelarsi con iniziative e sconti, ma così si mettono in difficoltà gli altri. Ma tant’è, ognuno guarda al suo». Anche per Barp la responsabilità di questi escamotage per far quadrare il bilancio dipende non solo dal momento difficile, «ma anche da una tassazione esasperata sia da parte dello Stato che dei comuni a cui si unisce poco interesse per il comparto turistico da parte di certe amministrazioni».

Fermo in questo momento anche il comparto dell’alimentare. «Il clima di stanchezza autunnale ha portato un po’ di depressione nel mondo del commercio, ma ora pare che qualche leggero stimolo stia uscendo», precisa Andrea Dal Pont dell’ortofrutta La Mela. «Sicuramente il regalo di Natale sta diventando sempre più ponderato, c’è meno l’impulso all’acquisto tanto per fare. La gente sta attenta a come spende i soldi».

E a proposito di tasse, Dal Pont si dice preoccupato: «Tra Imu, Tasi, Iva e varie scadenze si rischia che le persone abbiano appena i soldi per comprare un panettone. E se queste imposte aumenteranno non so cosa succederà». (p.d.a.)

Argomenti:scontinatale

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi