Commissariamento Usl 2 ormai è guerra al Tar

L’azienda si oppone al ricorso presentato da un gruppo di cittadini per chiedere che Feltre abbia il suo direttore generale: il timore è di invalidare gli atti del 2016
Di Laura Milano

FELTRE. La direzione dell'Usl di Feltre si oppone al ricorso presentato al Tar in marzo contro il commissariamento dell'azienda feltrina. Ed è messa nella condizione di costituirsi per impugnare il ricorso al fine di non incorrere in un rischio dalle conseguenze incalcolabili: quello di annullamento di tutti i provvedimenti assunti finora dal commissario e dai suoi direttori nel caso in cui il Tar accogliesse le istanze dei ricorrenti e si pronunciasse contro il commissariamento dell'Usl feltrina. Nell'istanza sottoscritta da quattro firmatari, di cui il primo è Andrea Bona del Bard, si richiede al tribunale regionale di annullare, con motivazioni argomentate, il decreto del presidente della giunta regionale, Luca Zaia.

La dirigenza Usl di Feltre, capitanata dal commissario Adriano Rasi Caldogno, si costituisce nella vertenza in oggetto, con la premessa che “risulta necessario garantire, in considerazione dell'attuale fase di riorganizzazione del servizio sociosanitario regionale, la stabilità dell'assetto organizzativo in essere e degli atti amministrativi sino ad oggi adottati. Ciò, a maggior ragione, considerando la delicata natura della funzione assistenziale garantita, che deve essere tutelata a fronte di ogni possibile criticità operativa”.

Questo significa che se il Tar si pronuncia a favore dei ricorrenti, tutti gli atti e le procedure finora adottati dal commissario, cioè dal primo gennaio 2016 alla data del pronunciamento del tribunale, risulterebbero annullati. Questo vale indiferentemente per le cose più piccole (come acquisti di farmaci e presidi vari) e per le cose più grandi, come gli step delle grandi opere (piastra operatoria, polo tecnologico e ospedale di Lamon). Tutto si ferma e tutto è da rifare, cioè si tornerebbe all'ora X.

Un rischio che l'Usl non si sente di correre, guardando soprattutto al bene comunitario. Così la dirigenza non può fare a meno di opporsi alla cancellazione di quanto fatto finora e si servirà di un legale di comprovata esperienza professionale nella materia oggetto di ricorso. E ha deciso di dare mandato all'avvocato Chiara Cacciavillani del foro di Venezia, massima esperta di diritto amministrativo. La previsione di spesa per l'incarico di patrocinio legale ammonta a diecimila euro senza Iva e al netto delle spese generali.

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