Compenso ridotto a infermieri e ostetriche
BELLUNO. Il fondo per il pagamento dei compensi per l’attività di supporto ai medici, che operano in libera professione all’interno degli ospedali dell’Usl 1, è insufficiente. Per questo motivo è stata ridotta la retribuzione oraria a infermieri e ostetriche.
Scoppia anche quest’anno il problema del pagamento del personale che assiste i medici che operano in libera professione intramuraria. Nel 2015, addirittura, il personale, vista la carenza dei fondi, non era stato pagato, tanto che i sindacati erano insorti. Alla fine si era giunti a un accordo, grazie al quale la quota mancante era stata conguagliata. «Il fondo per pagare le ore che vengono fatte dal personale del comparto è sempre più povero», dice Andrea Fiocco della segreteria della Fp Cgil, «e così scatta la protesta dei lavoratori che si sono trovati i compensi dimezzati».
I dipendenti, una trentina (fino a qualche anno fa erano in più), dovrebbero essere pagati 33 euro all’ora, ma ad oggi si parla di 18-24 euro. «Dopo l’esperienza dell’anno scorso, avevamo chiesto l’istituzione di un tavolo per rivedere le tariffe, invece dalla passata dirigenza dell’Usl è arrivata una nota in cui, in maniera unilaterale, sono stati cambiati i termini del regolamento. Questi stabiliscono che «la mancata capienza del fondo “comporta necessariamente l’obbligo di procedere con l’erogazione di un corrispettivo economico proporzionalmente ridotto rispetto all’importo orario”». Ed è quello che sta accadendo. «Come Fp Cgil», dice Fiocco, «chiediamo da un lato l’apertura di un tavolo sindacale sulla metodologia di calcolo e di accesso alla libera professione, perché finora questo fondo era gestito dai medici, dall’altro la restituzione della differenza dei soldi mancanti».
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