Complessa operazione della polizia per bloccare i ladri di biciclette
Hanno bloccato la galleria alle 5.37 di sabato 20 luglio: 5 minuti dopo il rumeno Vasilica Ciobanu e il “compare” urcraino Ivan Kucherian avevano le manette ai polsi. E 26mila euro di biciclette erano in sano. La polizia del Commissariato di Cortina diretto dal vice questore Luigi Petrillo attendeva i due stranieri in quel tunnel a due passi da Calalzo: e nella monovolume Voyager, gli inquirenti hanno trovato quel che cercavano. Sei biciclette mountain bike ed ebike oggetto di furto di poche ore prima al Caravan park di Sesto. Ma non è finita: per gli inquirenti bellunesi sono stati arrestati due elementi di una banda meglio strutturata: si sospetta siano più persone coinvolte nella razzia di bici in un mese, in provincia, in Alto Adige e sul litorale veneziano. Bici rivendute all’Est, ad alimentare il mercato nero e parallelo.
L’operazione contro i ladri seriali di biciclette (che ricorda il blocco della galleria a Tagliacozzo, 20 anni fa, per arrestare i rapitori del sequestro Soffiantini) è durata pochi minuti: «Dovevamo garantire la sicurezza di operatori e circolazione: era l’unico posto in cui avremmo potuto agire in tutta sicurezza», spiega il commissario Petrillo. Lampo anche l’inchiesta: un mese e una parte del cerchio si è chiuso.
In carcere sono finiti Vasilica Ciobanu, rumeno di 31 anni incensurato: risiede a Mestre dove lavora in una tipografia; e Ivan Kicherian, ucraino di 44 anni, irregolare e senza fissa dimora, con precedenti specifici. Ai due, polizia e procura (il fascicolo è sul tavolo del pm Katjuscia D’Orlando) hanno contestato il 624 bis del codice penale: la tenda è come una casa, una dimora. La monovolume sulla quale viaggiavano con le bici nel portabagagli, è intestata a un terzo straniero che sta in Veneto che sostiene l’abbia “prestata” ai due: non è indagato ma la polizia di Cortina e la procura non hanno finito. Anzi, ora inizierà la vera attività su delega della magistratura per capire se i due abbiano partecipato anche ad altri colpi. Se ci sono complici. Ben 18 per circa 200mila euro di valore.
Il primo furto al Camping Rocchetta di Cortina, il 20 giugno e alcuni successivi (tra i quali uno successivo allo stesso camping) hanno consentito agli uomini del commissariato di iniziare a comporre il puzzle: molti i sopralluoghi della Scientifica per verificare il modus operandi dei ladri, come si muovevano, gli orari. Dentro e fuori dalla provincia. Orari ipotizzati poi comparati coi flussi di traffico della videosorveglianza: le telecamere del Comune di Cortina e quelle del Consorzio Bim. Alcune targhe ricorrono nei passaggi: la polizia cercava furgoni e camion, mezzi capienti per le bici. Dopo un ulteriore screening, restano 4 o 5 auto “di mariuoli” (ironizza il questore Lucio Aprile) da controllare, persone già note per precedenti penali di genere. Il Voyager della coppia di stranieri arrestata, era “pulito”, benchè di proprietà di un pregiudicato noto ma per altri reati. Sulle auto sospette viene attivato l’“alert”: il 19 luglio notte, quando il Voyager coi vetri oscurati passa a Longarone e attiva l’alert, la polizia è pronta. La monovolume attraversa Pieve, prosegue in Pusteria: a Padola una pattuglia la vede. Un’ora e mezza dopo rientra in provincia e scatta il blitz. Bloccati in galleria a Calalzo: nel bagagliaio le bici già smontate per farle entrare e coperte da un telo. Ciobanu e Kucherian avevano ancora gli abiti zuppi: hanno guadato i torrenti nel buio per portarle via. —
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