Comportamento antisindacale Usl condannata

L’azienda era stata denunciata dall’Anaao in occasione dello sciopero del 23 novembre Il giudice del lavoro ha dato ragione al sindacato dei medici
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA

BELLUNO. Il giudice del lavoro Anna Travia riconosce l’antisindacalità della condotta tenuta dall’Usl 1 Dolomiti in occasione dello sciopero dei medici del 23 novembre scorso e ordina all’azienda di cessare da tale comportamento e di astenersi anche in futuro da nuove simili condotte. Infine la condanna a rifondere le spese processuali nella misura di 2.500 euro oltre a spese generali, Iva e altri oneri.

Una vittoria per il sindacato dei medici ospedalieri bellunesi Anaao-Assomed che, tramite il suo esponente Luca Barutta, aveva presentato un esposto al tribunale del lavoro prima dell’astensione del lavoro del 23 novembre.

Nel documento il sindacato aveva denunciato il fatto che, come in altri episodi precedenti, l’azienda sanitaria non aveva comunicato tempestivamente all’Anaao l’elenco del personale contingentato per lo svolgimento dei servizi minimi essenziali. Secondo la norma, infatti, l’Usl deve segnalare alle parti sociali cinque giorni prima dello sciopero, l’elenco di chi è stato precettato per garantire la prestazione, trattandosi di pubblico servizio. «In occasione dell’astensione dal lavoro del novembre scorso», precisa Barutta, «l’Usl ci aveva comunicato questo elenco 11 ore prima, mentre nella manifestazione precedente soltanto sette ore prima. In altre due occasioni, inoltre, non c’era mai stato comunicato nulla. La sentenza del giudice per noi è sicuramente una soddisfazione che dovrebbe andare ad agire sul comportamento dell’Usl in vista di futuri scioperi o altre iniziative sindacali. Lo stesso tribunale ha ordinato all’azienda di cessare da questo comportamento antisindacale». —

Paola Dall’Anese

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