Comune e diocesi insieme contro l’emergenza abitativa
BELLUNO
Si chiama Ginestra il progetto che il comune di Belluno ha messo in piedi lo scorso anno con la diocesi di Belluno-Feltre a favore delle persone che non riescono a trovare una casa o per motivi economici o per assenza di una offerta adeguata.
«Il progetto era nato per dare una risposta a uno dei bisogni che avevamo intercettato come essere quello più sentito dalla popolazione in difficoltà cioè l’abitazione», precisa l’assessore al sociale, Valentina Tomasi.«Ci sono molti bellunesi che o perché oggetto di sfratto o per altri motivi come la perdita di un lavoro non riescono a trovare in emergenza un alloggio adeguato. A questo si aggiunge anche la mancanza di una rete di relazioni che impedisce loro di avere un supporto da amici o parenti».
A questo punto il Comune si incarica di trovare una soluzione. Soluzione che consiste nel concedere a titolo gratuito per un periodo prefissato, un alloggio. «In questo progetto», prosegue Tomasi, «abbiamo avuto l’appoggio della diocesi che ha messo a disposizione due dei suoi alloggi in via Feltre».
Palazzo Rosso si impegna, quindi, a pagare tutte le utenze dall’acqua alla luce, dal gas alle spese condominiali e all’affitto, mentre la diocesi, tramite la Caritas accoglie queste persone all’interno della propria rete di relazioni parrocchiali aiutandole a trovare un lavoro, a sistemarsi e sistemare la loro vita per poter poi procedere con le proprie gambe. Gli alloggi vengono concessi per un massimo di sei mesi, rinnovabili in caso di bisogno per altri sei. «Quello che vogliamo dare è un servizio in emergenza, non deve diventare un sistema per avere un appartamento gratuitamente per sempre. Deve essere una situazione transitoria quella a cui rispondiamo», ci tiene a precisare l’assessore comunale.
Nel primo anno di sperimentazione, sono stati sei i nuclei familiari che hanno potuto usufruire di questo servizio. Un servizio che si compone anche di un percorso di recupero e sostegno tramite gli assistenti sociali comunali e anche i volontari della Caritas.
«Si muove tutta una rete di persone che serve per supportare chi è in difficoltà in quel momento. Ad esempio pensiamo ad una mamma single con un bambino piccolo che ha perso il lavoro. Come potrebbe da sola cercare un altro impiego se non ha nessuno a cui lasciare il figlio perché gli manca una rete di relazioni? Allora viene in questi alloggi e mentre lei cerca lavoro, va a fare dei colloqui o dei corsi di riqualificazione, qualcuno tiene il piccolo. La donna così è più tranquilla non dovendo pensare a come pagare l’affitto e a chi lasciare il bimbo. Questo finché non si sistema e poi può procedere con le sue forze, in maniera autonoma. Lo scopo principale di questo progetto è quello di non permettere a chi è in difficoltà di crollare, di lasciarsi andare del tutto».
Il Comune per quest’anno e per il biennio 2019-2020, per i due alloggi ha messo a disposizione 8.625 euro di cui 2.171 per l’annualità in corso, 4.307 per la prossima e 2.147 per il 2020. «L’investimento è piccolo, ma l’aiuto dato è grande», conclude Tomasi. —
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