Comune in pressing «Restituire alla città le vecchie prigioni»

Il vicesindaco Olivotto avvierà un dialogo con il Demanio per rendere visitabili le stanze usate durante la guerra

BELLUNO. Il valore della storia. Ci sono luoghi che meritano di essere tutelati e, soprattutto, conosciuti. Luoghi che, loro malgrado, sono stati teatro delle tante atrocità commesse in tempo di guerra. Belluno ne è disseminata. E il Comune intende valorizzarli. Non solo elaborando una cartina che porti i visitatori a scoprire questi frammenti di storia, ma anche restituendo alla comunità uno spazio in cui pochissimi hanno avuto il privilegio di poter entrare: le prigioni della Gestapo che erano state allestite alla caserma Tasso durante la seconda Guerra Mondiale.

L’Agenzia del Demanio ha avviato il percorso per ristrutturare l’ala del complesso che ad oggi è inutilizzata. È la parte a sinistra dello stabile, guardandone la facciata in mezzo alla quale troneggia la ex chiesa dei Gesuiti. L’Agenzia ha diramato un avviso (tutti i dettagli della procedura sono nel sito www.agenziademanio.it) per effettuare uno studio sulla vulnerabilità sismica, un miglioramento sismico e una sistemazione strutturale di quella porzione del complesso. Una volta effettuati i lavori, in quella parte della Tasso saranno trasferiti gli uffici della Ragioneria di Stato, del Catasto e della commissione tributaria. L’operazione rientra nel piano di razionalizzazione teso a ridurre le locazioni passive attraverso il riutilizzo degli immobili di proprietà del Demanio.

Ma proprio nella porzione della Tasso che si sviluppa fra la chiesa e il semaforo negli anni dal 1943 al 1945 venne allestita una prigione della Gestapo. Moltissimi partigiani vennero incarcerati, interrogati, torturati, alcuni uccisi. L’associazione Volontari della libertà e il Pd comunale hanno chiesto di non dimenticare quel luogo e il Comune sposa la causa: «Intendiamo dialogare con l’Agenzia del Demanio per mantenere viva la memoria di quel luogo», spiega il vicesindaco Lucia Olivotto. «Nell’ambito del federalismo demaniale avevamo chiesto, anni fa, l’assegnazione di tutta la caserma, che non ci è stata concessa. Ma parleremo con il Demanio per vedere come restituire alla comunità un luogo che le appartiene».

La Olivotto vuole coinvolgere il tavolo permanente di cui fanno parte le associazioni combattentistiche e tutte quelle realtà che operano nel campo della memoria storica: «Chiederemo al Demanio di fare un sopralluogo nell’edificio», conclude. «L’obiettivo è quello di valorizzare un luogo che è parte della storia della nostra città».

L’ideale, per il Comune, sarebbe avere la disponibilità di quella porzione del complesso, ma la Tasso è di proprietà del Demanio e non sarà facile ottenerla. «Ma basterebbe che le stanze in cui i nostri partigiani vennero torturati, e alcuni anche uccisi, venissero messe a disposizione della comunità», chiude Lucia Olivotto. «Sarebbe importante permettere la visita di uno spazio che rappresenta una parte significativa della storia della nostra città, che ricordo è medaglia d’oro al valor militare».

Gli intenti sono nobili, la volontà di recuperare un luogo della memoria c’è. Da entrambe le parti: il Demanio si era detto disponibile a parlarne. Non resta che sedersi tutti attorno ad un tavolo.

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