Comune in rosso, stabilità a rischio

Il federalismo taglia altri 200 mila euro, congelati tutti i pagamenti
L’assessore al bilancio Gianni Bertoldin A destra il municipio
L’assessore al bilancio Gianni Bertoldin A destra il municipio
FELTRE
. Il federalismo ci salverà, assicurava il sindaco Vaccari. Ma la salvezza è lontana. Di sicuro, per ora, c'è che il conto della "cura" tanto invocata dai leghisti sta per abbattersi sul comune. Con un taglio di altri 200 mila euro. Toccherà all'assessore al bilancio Gianni Bertoldin - leghista anche lui - l'ingrato compito di annunciarlo al consiglio comunale e alla città, lunedì sera in aula, quando sarà presentata la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e la constatazione dell'equilibrio generale del bilancio 2011.


Parlare di equilibrio però, mai come stavolta, richiede doti acrobatiche più che politiche. Perché la ricognizione effettuata dagli uffici comunali evidenzia, nella prospettiva di fine anno, un pareggio «ipotetico», anzi perfino un leggerissimo avanzo (2.471 euro). Ma la condizione per arrivare al 31 dicembre senza un segno meno è sottolineata chiaramente, nella delibera che sarà votata in aula: «Il pareggio potrà essere perseguito a condizione che non si concretizzi l'ulteriore diminuzione dei trasferimenti statali derivante dall'emanazione dei decreti sull'attuazione del federalismo». Il taglio, stando allo studio dell'Ifel pubblicato sul sito del ministero dell'Interno, dovrebbe ammontare a 200 mila euro circa. Sommato agli altri tagli già subiti dal comune, sia alla fine del 2010 che all'inizio di quest'anno, il conto è pesantissimo. E porterà l'amministrazione in rosso.


Tanto che la delibera annuncia fin d'ora le misure necessarie per far quadrare i conti: utilizzo del fondo di riserva (che attualmente offre 51.540 euro e dunque sarà prosciugato) e «ulteriori economie di spesa, sia sulla parte residui che sulla competenza». Con la conseguenza che ci sarà un «pressoché completo irrigidimento del bilancio senza spazi di manovra». A completare un quadro sconfortante ci sono gli altri numeri. L'anticipazione di cassa - ossia lo scoperto del comune, per il quale è stato chiesto un prestito alle banche, con interessi agevolati ma comunque da pagare - ammonta a un milione e 576 mila euro (erano 2 milioni 738 mila euro a fine luglio).


E questo nonostante la decisione di non pagare gli appalti eseguiti e fatturati nel 2011, per i quali le imprese incassano solo un anticipo del 15 per cento. Per rispettare il patto di stabilità, il comune dovrà urgentemente incassare i finanziamenti attesi e bloccare completamente tutti i pagamenti, anticipi compresi, per gli investimenti, ossia per le opere pubbliche. Ma anche il rispetto del patto di stabilità, si ammette in delibera, è fortemente a rischio. E questo significherebbe «incorrere nelle sanzioni» e funque «rallentare ulteriormente l'attività dell'ente, pregiudicando anche i servizi indispensabili».

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