Comune unico, Pieve di Cadore apre il confronto

Via al confronto con i Comuni vicini – Calalzo, Perarolo e Valle – per iniziare a parlare di fusione, per raggiungere l’obiettivo di un Comune più grande, ragionando con il principio che l'unione fa la forza e i servizi sociali dei comuni hanno necessità di essere rafforzati. Il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti, apre il dibattito sulla fusione dei Comuni.
Il municipio di Pieve di Cadore
Il municipio di Pieve di Cadore

PIEVE DI CADORE. Via al confronto con i Comuni vicini – Calalzo, Perarolo e Valle – per iniziare a parlare di fusione, per raggiungere l’obiettivo di un Comune più grande, ragionando con il principio che l'unione fa la forza e i servizi sociali dei comuni hanno necessità di essere rafforzati. Il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti, apre il dibattito sulla fusione dei Comuni. «I continui tagli che il governo centrale e le regioni operano nei confronti dei piccoli Comuni», afferma anche a nome della sua maggioranza, «ci obbligano a riorganizzarci, cercando, oltre che attuare economie di scala, di salvaguardare i servizi ai cittadini. Le scuole, la casa di riposo, i trasporti ed altri servizi fondamentali per la persona, debbono esser riorganizzati. Questa riorganizzazione passa attraverso la fusione dei nostri Comuni, fatto questo che ci permetterebbe non solo di mantenere, ma di migliorare dei servizi che altrimenti faremmo fatica a garantire ancora».

«Partendo da questa premessa», dice il sindaco, «riteniamo, come amministrazione comunale, di avviare una discussione a partire dai comuni a noi vicini, per capire se ci sono convergenze fra noi e ciò prima che qualcuno da Roma ci obblighi a farlo. La preoccupazione di ciascun sindaco e degli amministratori coscienziosi è di garantire la Comunità sui servizi che le sempre minori risorse trasferite ai nostri comuni, minacciano di far scomparire».

«Ad una prima analisi, partendo dalle normative», dice il sindaco Ciotti, «riteniamo che i vantaggi siano superiori rispetto agli svantaggi. Crediamo in una riforma che parta dal basso, dai nostri concittadini, e siamo pronti a fare questo con coloro che ci stanno, ritenendo che questa sia la strada giusta».

La decisione del sindaco Ciotti di iniziare dei colloqui con gli amministratori dei paesi vicini per iniziare a verificare il loro interesse sta raccogliendo i primi consensi tra i cittadini di Pieve e sta coinvolgendo in pieno Facebook, dove i commento sono praticamente tutti favorevoli. Uno dei primi a dichiararsi favorevole è il vicepresidente del consiglio regionale ed ex sindaco di Valle, Matteo Toscani.

«Sono senz’altro favorevole, afferma, «purché ci sia una aggregazione che parte dalla base, dai cittadini. Non dovranno essere i grandi Comuni ad assorbire i piccoli, ma la fusione deve avvenire con pari dignità di tutti i partecipanti».

Sui vantaggi di una eventuale fusione tra i Comuni cadorini si era già discusso a Pieve sabato sera, durante la visita della candidata alle primarie del Pd, Alessandra Moretti, quando il longaronese Antonio Romanin ha portato la voce dell’esperienza positiva che sta uscendo dalla fusione di Longarone con Castellavazzo.

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