Comuni al limite della sopravvivenza

L’allarme dei sindaci dopo la nuova spending review di agosto. «Problema drammatico, ormai siamo agli sgoccioli»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Comuni al limite della sopravvivenza. L’allarme lanciato dai sindaci della provincia di Belluno è chiaro: se lo Stato continuerà nella sua politica di riduzione dei trasferimenti sempre e solo a carico degli enti locali, il tempo che resta prima della chiusura dei municipi è ben poco. Il giudizio è unanime: i comuni sono diventati la cassa dello Stato e a loro alla fine di queste emorragie resta sempre meno da dare ai cittadini. Il timore di tutti è che dopo aver provato ad aumentare le tasse, alla fine non resti altra soluzione che iniziare a ridurre i servizi, servizi essenziali per la popolazione, specie in un territorio dove la percentuale maggiore dei cittadini sono anziani.

«Il problema è che non riusciamo più a sostenere i servizi», spiega il primo cittadino di Auronzo, Daniela Larese Filon, «noi restituiamo a Roma 1.4 milioni di euro all’anno che sono quelli provenienti da Imu, Tasi, Tari. I cittadini pensano che i loro soldi servano per far fronte ai loro bisogni, ma non è così». Parla di situazione «drammatica» anche il sindaco di Santa Giustina, Ennio Vigne per il quale «le nostre amministrazioni sono ormai al limite: lo Stato ci impone di riscuotere le tasse per conto suo, a noi non resta nulla, mentre a Roma non si è fatto alcun tipo di risparmio», dice Vigne che prosegue: «Santa Giustina ha versato quest’anno 370 mila euro al fondo di solidarietà, quel fondo che premia i comuni non virtuosi con i soldi dei virtuosi, per questo sarebbe più opportuno che questo fondo rimanesse almeno a livello regionale, in qualche modo qualcosa potrebbe ritornarci». Ma per gli amministratori è frustrante non avere alcuna certezza di cosa succederà domani. «Non si riesce a fare programmazione: se ad agosto è giunta la comunicazione sui nuovi tagli della spending review, non è detto che da qui a dicembre non ci saranno altre novità spiacevoli, e intanto noi non possiamo programmare lavori», interviene anche il neo eletto sindaco di Agordo, Sisto Da Roit. «Anzi di fronte a queste incertezze, stiamo pensando di recuperare risorse da altri canali come i bandi europei, ma anche dai privati, per continuare a garantire i servizi essenziali ai nostri residenti. Un progetto che vorremo mettere in piedi entro il prossimo anno».

Ma il quadro si fa fosco se si pensa ai danni che il clima sta provocando in questa provincia e che i comuni devono affrontare come spese straordinarie. «L’inverno è stato inclemente sia per la neve che per il turismo, l’estate lo stesso e se non riusciremo ad introitare quei 1.3 milioni di euro per i pedaggi alle Tre Cime per noi saranno davvero dolori», conclude Larese Filon.

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