Comuni confinanti «Fondo decisivo per contrastare lo spopolamento»

In provincia di Belluno sono in corso 167 progetti, da parte del Fondo Comuni Confinanti, per un totale di 315 milioni di euro. Nei 48 Comuni del Veneto e della Lombardia, alla frontiera col Trentino Alto Adige, i progetti in essere sono complessivamente 494 per un valore complessivo di 720 milioni circa, a cui vanno aggiunti 24 milioni riferiti all’annualità 2019. Numeri che evidenziano la portata del Fondo, «fondamentale per i territori di confine, che vedono in questo strumento un’occasione vera di sviluppo economico e sociale» sottolinea Roger De Menech, il coordinatore del Comitato paritetico.
Comitato che si è riunito ieri alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia. Fra i bellunesi erano presenti la vicepresidente della Provincia Serenella Bogana, e il sindaco di Feltre, Paolo Penrenzin.
Sulla base dei dati presentati è stata avviata una prima riflessione sulla programmazione futura, con una unanime condivisione rispetto alle linee di indirizzo che saranno propedeutiche al lavoro dei prossimi mesi. «Si tratta della programmazione 2019-2023, che potrebbe essere ampliata al 2026, l’anno delle Olimpiadi», spiega De Menech. «Una somma di 440 milioni, a parte i 24 milioni l’anno per i Comuni strettamente di frontiera. Una parte vorremmo utilizzarla per implementare le infrastrutture sociali e immateriali sul territorio in preparazione dei Giochi, ma la parte più consistente dovrà essere utilizzata per tutte quelle innovazioni e quei servizi che possano contrastare lo spopolamento. L’Unico Studenti insegna».
È stata comunque ribadita la centralità del ruolo dei Comuni di confine, primi beneficiari del Fondo, garantendone il costante coinvolgimento nella programmazione d’area e riconoscendo il loro ruolo fondamentale nelle decisioni, ad ogni livello della concertazione territoriale. Il lavoro dei Comuni e l’attenzione verso i cittadini è indiscutibile e ogni decisione non può prescindere – è stato ripetuto – dall’ascolto di chi affronta direttamente i problemi e le difficoltà del vivere in montagna.
Un punto d’attenzione è stato posto proprio sulla necessità di garantire la permanenza delle genti nei paesi di montagna attraverso il rafforzamento dei servizi e l’investimento sul capitale umano a cui si lega necessariamente la sostenibilità di qualsiasi opera infrastrutturale. Punto questo che ha trovato la condivisione unanime e che non potrà non essere preso in considerazione nell’impegno futuro degli attori del Fondo: «È l’unico modo, questo, affinché l’impatto del fondo sia sostenibile sul lungo periodo e dia risposte certe alle genti di montagna», è stato detto.
A margine del comitato il ministro ha voluto incontrare una rappresentanza del coordinamento dei sindaci di confine guidato dal sindaco di Feltre, Perenzin insieme ai colleghi Roberto Rigoni Stern (Asiago), Serena Cubico (Ferrara di Montebaldo), Antonio Martinelli (Limone del Garda) e al consigliere di Ponte di Legno Mario Bezzi. Occasione per ribadire l’importanza del fondo per i territori di confine con Trento e Bolzano e per farsi portavoce delle esigenze prime della montagna. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi