Comuni, i vincoli restano: «Nulla per quelli virtuosi»
BELLUNO. Bene il rifinanziamento del Fondo montagna e di quello a sostegno della strategia nazionale delle aree interne. Così come le nuove risorse per gli interventi contro il dissesto idrogeologico.
Ma ci sono diversi aspetti della legge di stabilità 2016 che non convincono gli amministratori locali. «C’è una prima questione su cui è necessario riflettere e riguarda il tema Patto di stabilità», fa presente Ennio Vigne, sindaco di Santa Giustina e presidente regionale dell’Uncem.
La legge, infatti, come illustrato nei giorni scorsi a Belluno dal deputato del Pd Roger De Menech, introduce per gli enti locali il passaggio dal rispetto del Patto a quello del pareggio di bilancio, ovvero del saldo non negativo tra entrate e spese finali. Il che porterebbe a uno sblocco di risorse. Porterebbe, però, visto che «c’è sì il superamento del Patto», precisa Vigne, «ma, con il pareggio di cassa, rimane tutto l’avanzo di amministrazione formatosi in questi anni che, di fatto, i Comuni non potranno utilizzare. I vincoli, quindi, rimangono. E in modo sostanziale».
«Ma il problema è anche un altro», prosegue, «ossia il fatto che nella legge non c’è ancora una volta alcun parametro che premi i Comuni virtuosi. E, in modo speculare, non è previsto alcun provvedimento per andare a modificare le realtà che sono sovradimensionate. In sintesi, se la legge di stabilità rimarrà così poco cambierà per i Comuni. La problematica di fondo è che a livello nazionale i “salva” vengono fatti solo per realtà come le città metropolitane, con ordini di grandezza che non corrispondono di certo a quelli dei nostri piccoli Comuni».
A evidenziare le criticità è anche il sindaco di Seren del Grappa, Dario Scopel, che punta l’accento sulle limitazioni più stringenti al turn over delle pubbliche amministrazioni: «Il fatto è che le norme sono fatte mettendo dei limiti in generale, senza avere il polso della situazione e senza considerare che ci sono Comuni che, anche dal punto di vista del personale, sono sempre stati parsimoniosi. E per i quali basta anche un solo pensionamento per trovarsi in grossa difficoltà».
Scopel affronta poi il tema Tasi, sul quale ha anche inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Nel 2013 lo Stato ha tagliato circa 100 mila euro al Comune di Seren», spiega. «Cifra che il nostro Comune avrebbe dovuto recuperare attraverso la Tasi. Imposta che, per nostra precisa scelta, abbiamo deciso di non applicare sia nel 2014 che nel 2015, per non creare ulteriori carichi ai cittadini. Renzi ha annunciato a settembre il taglio della Tasi e la restituzione del dovuto ai Comuni, ma solo per quelli che l’avevano applicata. Così Seren, per aver aiutato i propri cittadini, si troverà con 0 euro. Anzi, con meno 100 mila. Con buona pace per un Comune virtuoso come il nostro».
Il primo cittadino di Livinallongo Leandro Grones vede decisamente di buon occhio il fatto che nel 2016 i Fondi Letta e, in parte, anche i Fondi Odi, saranno svincolati dal patto di stabilità. «Basti pensare che l’anno scorso ho dovuto aspettare fino al 22 dicembre per avere il pagamento di un milione e 400 mila euro», ricorda. «La situazione, ora, dovrebbe migliorare. Ma ci sono ancora troppe risorse bloccate che i Comuni non possono utilizzare. C’è poi la questione di una burocrazia che ci soffoca. E delle difficoltà che si creeranno se effettivamente si bloccherà il turn over del personale».
«Fare previsioni non è semplice», commenta Franco De Bon, sindaco di San Vito di Cadore, «visto anche che ci sono novità sul fronte della contabilità degli enti locali, che è fluida, e con la questione del bilancio armonizzato». Per quanto riguarda il “suo” Comune, De Bon può però dire che è senz’altro evidente l’insistere di una sproporzione: «Il cittadino, giustamente, chiede una riduzione delle tasse. Ma non riusciamo ad accontentarlo a causa dell’entità del gettito che l’ente locale deve corrispondere allo Stato».
De Bon ha poi visionato poco tempo fa uno prospetto del Centro studi bellunese che dà una previsione per il prossimo anno. «Ho parlato di questo con Daniela Larese Filon, presidente della Provincia. L’obiettivo è mettere “le mani avanti” di fronte a previsioni preoccupanti», continua. «San Vito già paga un milione e 200 mila euro (per il 2015) di contributo di solidarietà e la previsione è di un’ulteriore sottrazione di 700 mila euro sul fronte Imu».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi