Comunità La Vela distrutta dalle fiamme

Limana, forse un corto circuito alla base del furioso rogo. Salvi ospiti e vicini. Ferito un vigile del fuoco. Tutto sequestrato
Di Cristina Contento
A Limana nella frazione di Navasa un casolare della comunità di recupero di Don Gigetto è distrutto da un incendio
A Limana nella frazione di Navasa un casolare della comunità di recupero di Don Gigetto è distrutto da un incendio

LIMANA. «È tutto distrutto, abbiamo perso tutto». Le mani sul viso, quasi a non guardare, poi cerca di dare conforto a qualche ragazzo che si scioglie in lacrime: don Gigetto De Bortoli, anima del Ceis assiste impotente alle fiamme che distruggono La Vela, comunità di reintegro e recupero.

Una colonna di fumo alto e fiamme ieri ha fatto da sfondo alla vallata del Piave: La Vela, antica villa appena ristrutturata, che ospitava la comunità del Ceis, “casa” di giovani in via di recupero dalla tossicodipendenza, è andata a fuoco ed è inagibile. Tetto e ultimo piano distrutti, inservibile il resto della struttura che si sviluppava su tre piani, tipo casa colonica. Vigili del fuoco e carabinieri hanno posto il sequestro preventivo: sono da chiarire le motivazioni del rogo benchè l’ipotesi più probabile sia quella di un guasto elettrico.

Danni per un milione di euro, ipotizza don Gigetto De Bortoli, responsabile del Ceis. Tutti salvi gli occupanti e anche le case con cui l’edificio del Ceis confina in una piccola corte in zona Navasa, lungo la strada per i Coi di Navasa.

Sono stati gli stessi giovani ospiti ieri verso le 10.30, a dare l’allarme perché avevano visto fumo provenire da una stanza all’ultimo piano. Ferito a un ginocchio un vigile del fuoco intervenuto con i colleghi: per il caposquadra che è scivolato sull’autoscala, sette giorni di prognosi dopo le cure al pronto soccorso ma non ha avuto bisogno del ricovero.

L’incendio. La colonna di fumo era visibile da Belluno e quella nuvola che continuava ad alzarsi in cielo ininterrottamente per tutta ieri, dimostrava quanto fosse difficile il lavoro di spegnimento dei vigili del fuoco, intervenuti in forze. Sul posto anche i carabinieri e i vigili urbani (per la viabilità).

Almeno una decina di mezzi, tra i quali il carro aria e l’autoscala, una ventina i vigili del fuoco impiegati. Squadre intervenute dal distaccamento di Belluno con l’ausilio dei volontari di Feltre, Agordo e Belluno stesso. Ferito un caposquadra che è scivolato e ha rimediato una botta sul ginocchio: 7 giorni di prognosi.

Le fiamme si sono sviluppate in una stanza della struttura, all’ultimo piano e si è sviluppata nel sottotetto: tutto bruciato. «Una villa antica» spiega un disperato don Gigetto De Bortoli. All’interno, il legno ha alimentato le fiamme.

Le cause. Si ipotizza un guasto di natura elettrica: «È andato tutto distrutto, non abbiamo elementi per dire che ci sia qualcosa di sospetto» spiega il vice comandante dei vigili del fuoco, Calore, sul posto ieri «Non ci sono canne fumarie o camini. Faremo le nostre verifiche, intanto tutto è sotto sequestro». Avviso alla procura che aprirà un fascicolo.

Lo stesso Ceis (che ringrazia vigili del fuoco, carabinieri e vigili urbani per l’intervento) ipotizza un corto circuito: «Si ritiene che l’ipotesi più probabile sia da attribuirsi a un corto circuito avvenuto in una stanza dei piani superiori. Nessuno degli ospiti residenti e del personale ha riportato danni trovandosi tutti al piano terreno» si scrive in una nota. «Gli ospiti, vivamente addolorati in quanto consideravano loro casa la comunità La Vela, sono stati momentaneamente spostati in altre strutture del Centro». Una ventina di ragazzi, tutti salvi come nelle case attorno nel borgo. Tutti attoniti.

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