Comunità montane: «I soldi vanno sulle frane»
De Bona contesta la proposta sul 3% delle bollette
Il presidente della Comunità montana Belluno - Ponte, Giorgio De Bona
BELLUNO.
«I soldi arrivano e sono utili». Giorgio De Bona, presidente della Comunità montana Belluno - Ponte nelle Alpi, si dice «dispiaciuto» del progetto di legge regionale di Sergio Reolon, il consigliere del Pd che vuole modificare la norma sul 3% delle bollette dell'acqua, traghettando i soldi dalla difesa del suolo (gestiti direttamente dalle Cm) alle opere per il servizio idrico integrato (a beneficio di Bim Gsp). Reolon ha presentato la sua proposta mercoledì, ma De Bona è intervenuto solo ieri: «Aspettavo che qualche collega (presidente) si muovesse, ma forse hanno altro da fare», dice, per poi entrare nel vivo. «Reolon è sempre attento alle necessità di questa provincia», osserva De Bona, «per questo mi spiace che abbia sottoscritto un progetto del genere. I soldi (curca 360 mila euro all'anno dal 2008) che arrivano da questa legge, sommati a quelli che ci gira la Provincia sui canoni idrici, sono molto utili alle Comunità montane». Con quei soldi le Cm provvedono a interventi di mitigazione del rischio idrogeologico o di di difesa del suolo, nell'infinità di smottamenti presenti sul nostro territorio. De Bona rileva l'inopportunità della scelta: «Qui si tratta di tirare via i soldi a noi per darli a Bim Gsp (la società dell'acqua con i conti in crisi). Nel tentativo di coprire una gestione anomala», prosegue, «si sgraffignano i pochi fondi disponibili per gli interventi sulla sicurezza idrogeologica a disposizione delle Comunità montane, enti che utilizzano questi soldi senza farsi prescrivere le priorià, nè dalla Regione nè da altri enti superiori, ma concordandole con le amministrazioni comunali. Anche questa è una forma di federalismo, realizzabile nella pratica pur senza una legge specifica. La valutazione delle priorità va fatta sul territorio e per questo motivo le Comunità montane sono importanti, in quanto collegamento specifico con i Comuni». De Bona ritiene che: «Bim Gsp deve camminare con le sue gambe e non vi è nessun'altra strada per la società che investire a seconda delle reali disponiblità finanziarie, senza andare oltre e mantenendo saldo un principio inderogabile: l'acqua è gratuita, si pagano solo i costi per la sua distribuzione». «Forse», continua De Bona, «Reolon si sente un po' in colpa per i cinque anni passati da presidente dell'Ato senza aver messo mano in modo reale e consistente al problema di Gsp, contribuendo quindi a creare la situazione attuale, posto che ognuno ha le proprie responsabilità. Sergio Reolon dovrebbe fare un passo indietro e se proprio vuole trovare soldi per Gsp, proponga una legge che porti via un paio di milioni a Venezia in favore di Belluno».
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