Comunque vada, l’assessore ci sarà

Candidati tutti d’accordo: la montagna deve essere presente in giunta
gian paolo perona-perona-belluno- al comunale confronto tra i candidati alle regioneali 2015
gian paolo perona-perona-belluno- al comunale confronto tra i candidati alle regioneali 2015

BELLUNO. Una cosa è certa: chiunque vinca le elezioni il 31 maggio, Belluno avrà un assessore. La conferma è arrivata ieri sera, al termine del confronto fra i sei candidati. Jacopo Berti e Alessio Morosin se n'erano già andati, ma Luca Zaia, Alessandra Moretti, Flavio Tosi e Laura Di Lucia Coletti hanno assicurato che nella prossima giunta la provincia più a nord della regione sarà rappresentata.

La Moretti aveva messo l'assessore bellunese fra le sue priorità quando tutti i candidati hanno dovuto dichiarare tre pilastri sui quali lavorare nei prossimi cinque anni per il Bellunese. Gli altri due della Moretti sono il finanziamento della legge 25 e il piano veneto per l'impresa, che prevede fra le varie cose finanziamenti per i giovani che apriranno imprese innovative, la costituzione di una task force che aiuti le piccole e medie imprese ad essere forti sui mercati esteri, risorse per la formazione e l'aggiornamento professionale continue e una semplificazione burocratica.

La lotta allo spopolamento è un mantra per tutti i candidati, e non potrebbe essere altrimenti visto che è una triste verità del territorio dolomitico. Ma se i giovani se ne vanno dalla montagna i motivi ci sono, quindi «bisogna dare loro motivi per rimanere», ha spiegato la Di Lucia Coletti. Quali? Trasporti più efficienti ed economici, per esempio. Per la candidata de L'Altro Veneto, inoltre, diventa importante investire sulla scuola, «mentre la riforma che sta portando avanti il Parlamento non va proprio in questa direzione». Gli attacchi al Pd e al Governo non sono mancati nel corso del dibattito, su varie tematiche.

Altro tema caldo, considerando anche chi ha promosso il confronto pubblico, è quello del lavoro. Flavio Tosi guarda con favore alle zone franche per far ripartire l'economia, Luca Zaia ha messo sul piatto 764 milioni di euro per il lavoro (e 600 milioni per il turismo), Berti ha citato il fondo per il microcredito alle imprese, finanziato dai parlamentari 5 stelle.

Il confronto è stato tranquillo, poco applaudito se non dai fedelissimi dei vari candidati. In platea gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani bellunesi attendevano risposte. «È giunta l'ora che anche le istituzioni si mettano seriamente a servizio dei cittadini, di chi investe e di chi lavora con onestà e senso del dovere», aveva detto il presidente di Confindustria Luca Barbini introducendo la serata. L'auspicio è che la prossima giunta «sappia prendere atto del malessere e dell'insofferenza di questo territorio». Chi governerà il Veneto è avvertito. (a.f.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi