«Con il tunnel chiuso non si lavora più»

È protesta a Caralte dove sono crollati gli incassi delle attività commerciali: «Non riusciamo a pagare il personale»
Di Vittore Doro

PERAROLO. «Sabato sera, a causa dell'isolamento completo della frazione di Caralte dovuto alla chiusura per lavori alla galleria che collega le Dolomiti con la pianura, non abbiamo lavorato e possiamo dire di aver avuto una perdita del 90% del lavoro abituale».

A protestare è Clerice Maranini, titolare del ristorante Il Paradiso Antelao di Caralte, che punta il dito sui problemi economici causati dai lavori in corso alla galleria Caralte, iniziati il 5 maggio e che dovrebbero concludersi il 31 luglio.

«Il momento è brutto di per sè», aggiunte l’esercente, «e solo in queste settimane stavamo riprendendoci dalla pessima stagione invernale. Con la chiusura del tunnel proprio nelle ore che porterebbero i clienti nelle pizzerie come la mia, il lavoro è venuto a mancare, facendoci ricadere nei problemi dell’inverno scorso. Abbiamo il personale da pagare e con l’incasso di questa settimana non siamo assolutamente in grado di farlo. Mi sono rivolta al sindaco e alla vicesindaco di Perarolo, che hanno promesso il loro interessamento. Non so però cosa possano fare. Sto valutando con il mio avvocato se è il caso di fare un ricorso alle autorità, chiedendo di prolungare la "finestra" serale, in modo che i clienti possano arrivare».

Il problema di Clerice Maranini non riguarda solo la sua attività, ma anche, seppur in maniera inferiore, il bar che è di fianco alla pizzeria: «Anche in questo locale il lavoro è crollato».

Le aziende che gravitano attorno al tunnel di Caralte sono la pizzeria Il Paradiso Antelao, il bar Antelao, la stazione di servizio della Beyfin, il bar ristorante collegato e la Stazione Dolomiti, punto informativo della Provincia e magazzino di articoli sportivi per l’arrampicata gestito dalla famiglia Carrara.

Quest’ultima azienda, visto come si mettevano le cose, ha preferito letteralmente spostare la propria attività nel centro abitato di Tai, dove rimarrà fino alla conclusione dei lavori.

Piero Carrara, responsabile della struttura, sottolinea: «Ci sentiamo abbandonati. Siamo d’accordo che i lavori sono necessari, ma non pensavamo di essere lasciati soli ad affrontare i problemi legati alla interruzione del traffico nel tunnel di Caralte. Più che dagli enti pubblici ci sentiamo abbandonato dalle associazioni di categoria, che una volta condordati gli orari di apertura e chiusura delle due finestre temporali non si sono più fatti sentire, né vedere. La mia azienda ha un contratto da rispettare e mi aspetto che anche gli enti pubblici facciano la loro parte. Hanno concordato delle finestre di apertura della galleria che, alla luce dell’esperienza di questi giorni, non combaciano con gli interessi economici della aziende interessate. È quindi necessario rivedere le cose che non funzionano».

Per quanto riguarda la stazione di servizio della Bayfin, tutto è rimasto come prima, mentre il ristorante –bar collegato alla struttura oggi vive solo con gli operai che lavorano nel cantiere.

«Non posso lamentarmi», afferma Stefano Pompanin, gestore di questa azienda ma anche del Gran Caffè Tiziano di Pieve. «Oggi lavoriamo con il personale delle ditte, Speriamo che tutto si risolva nei tempi previsti e l’agosto veda la galleria sempre aperta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi