Con la ricetta digitale il paziente eviterà le code dal medico
Entro l’anno gli utenti potranno telefonare in ambulatorio e ritirare i propri medicinali direttamente in farmacia
BELLUNO. Procede a grandi passi l’introduzione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) in Veneto. Si tratta dell’insieme dei dati e documenti digitali che riguardano la salute dei singoli cittadini (dai ricoveri alle dimissioni, dagli esami ematici alle radiografie).
Istituito dalla Regione, permetterà di avere a disposizione la storia clinica del singolo paziente sempre e ovunque, per prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Grazie al Fascicolo sanitario elettronico sarà possibile usufruire progressivamente dei servizi della cosiddetta “sanità km zero”, pensata per far muovere i dati, non le persone.
Il primo servizio disponibile riguarda le ricette farmaceutiche. A spiegare il suo funzionamento è il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Umberto Rossa: «Un paziente, soprattutto quelli che necessitano degli stessi medicinali in maniera ripetitiva, potrà chiamare il medico di base al telefono per farsi prescrivere ciò che gli serve, evitando di ingolfare gli ambulatori. A quel punto, qualsiasi farmacista del Veneto, inserendo i dati del tesserino sanitario, potrà visionare la ricetta prescritta dal medico. Attenzione, per poter accedere a questo servizio, il cittadino interessato dovrà dare il proprio consenso al medico di base».
Questo sistema è attivo già da un anno in provincia, ma soltanto alcuni medici lo hanno applicato e sono pochi i pazienti che hanno aderito. Da quest’anno, come prevede la delibera della giunta veneta del 29 dicembre 2017 (nata per mettere fine agli scioperi dei medici), i medici dovranno convincere i pazienti con patologie croniche (e che quindi necessitano di farmaci ripetuti) a farsi spedire le ricette direttamente nelle farmacie.
«Attualmente questo sistema interessa in maggioranza i farmaci di fascia A (quelli essenziali e per le malattie croniche che sono a carico del Sistema sanitario nazionale), mentre sono esclusi quelli di fascia C (quelli non mutuabili con obbligo di ricetta quali antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, anticoncezionali come la pillola), quelli che vengono distribuiti dalle farmacie per conto dell’Usl o i medicinali delle terapie del dolore», dicono il presidente di Federfarma Roberto Grubissa e Athos Boco, titolare dell’omonima farmacia di Belluno. Ma, secondo quanto previsto dalla delibera regionale, i medici di famiglia dovranno impegnarsi da quest’anno a partecipare a una sperimentazione per estendere la ricetta dematerializzata anche ai farmaci di fascia C.
«Uno dei problemi che accompagna questo sistema», dice Boco, «è che il collegamento Internet spesso non funziona né in farmacia né dal medico. Per colpa di ciò, quando il paziente arriva da noi, non riusciamo a vedere la ricetta al computer e quindi non possiamo rilasciare il farmaco di cui necessita, costringendolo a tornare». «Questo sistema», conclude Rossa, «non è pensato per evitare che il medico veda i propri pazienti: le visite e gli esami periodici devono essere sempre eseguiti».
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