Con l'area artigianale saranno realizzate tre rotatorie in mezzo chilometro

Tre rotatorie in appena 450 metri. Ci sono varie criticità nel piano urbanistico attuativo per l'area artigianale di Levego. Oltre all'aspetto ambientale, denunciato dai residenti, c'è quello viabilistico, che è stato criticato più volte da un professionista che vive in zona.
L'area dove sorgeranno i nuovi capannoni a Levego
L'area dove sorgeranno i nuovi capannoni a Levego

BELLUNO. Tre rotatorie in appena 450 metri. Ci sono varie criticità nel piano urbanistico attuativo per l'area artigianale di Levego. Oltre all'aspetto ambientale, denunciato dai residenti, c'è quello viabilistico, che è stato criticato più volte da un professionista che vive in zona.

Pietro Sommavilla di strade ha una certa esperienza. Ha progettato la Longarone – Macchietto, la Cadola – Mas (ancora sulla carta), la Anzù – Busche, tutta la circonvallazione di Belluno che insiste sull'area di Lambioi. Quando ha esaminato i progetti contenuti nel Pua dell'area artigianale, ha inviato un'osservazione puntuale. «Il progetto prevedeva che l'ingresso all'area artigianale venisse fatto attraverso una rotatoria», spiega l'ingegnere edile. «Ma la cosa divertente, per non dire altro, è che il progetto di viabilità partorito dall'ufficio tecnico del Comune prevede ben tre rotatorie in appena 450 metri».

La prima è quella all'incrocio fra via Miari e via Meassa, dove un privato ha avviato una lottizzazione. Siamo a circa trecento metri dallo svincolo che conduce alle case popolari. Qui è in progetto un'altra rotatoria, con un disegno complesso perché in quel punto confluiscono il traffico che scende dall'area residenziale di Levego “nuova”, le auto da Levego “vecchia” e quelle che arrivano da Castion lungo la costa.

«Questa è l'unica rotatoria che merita di essere costruita», precisa Sommavilla. Ma ce n'è una terza, ad appena 70 metri da questa. Servirà per l'accesso dei mezzi diretti all'area artigianale di Levego. «Il Comune ha chiamato questo insieme di interventi “razionalizzazione degli incroci”. A me sembra più che altro una “psicopatizzazione degli incroci”», spiega Sommavilla usando un neologismo. «Ora sembra che l'accesso all'area artigianale avverrà attraverso un innesto a T, ma c'è una soluzione diversa e, a mio avviso, migliore».

A poche centinaia di metri dalla piana di Levego c'è l'area industriale di Sagrogna. La proposta di Sommavilla, presentata al Comune sotto forma di osservazione l'11 gennaio 2012, prevede di usare lo svincolo all'altezza del De Gusto e di raggiungere l'area artigianale di Levego attraverso la strada che scende verso Rio Cavalli. «Sarebbe necessario costruire un ponticello sul torrente Meassa, di circa 60 metri, ma sarebbe il modo migliore per raggiungere l'area di futura urbanizzazione». E in particolare, evidenzia l'ingegnere, il lotto dell'unica azienda che sembra essere interessata ad insediarsi a Levego. «Un nuovo accesso dalla strada provinciale, con tutti quelli che già ci sono, sarebbe pericoloso. E questo, inoltre, si troverebbe in un punto con scarsa visibilità visto che è stato progettato appena dopo una curva». Di viabilità Sommavilla, che fa parte del comitato di Levego, ha parlato con il Comune. Ha inviato una relazione al sindaco (ne parliamo a parte) e il 22 febbraio dell'anno scorso ha incontrato l'assessore Frison: «Sulla prima rotatoria, quella legata alla lottizzazione privata, ha detto che è stata approvata dalla commissione urbanistica e dunque il Comune non può opporsi. Riguardo la terza, quella di accesso all'area artigianale, ci ha confermato che sarà sostituita con innesto a T, ma nella stessa posizione». Per Sommavilla (ma anche per il Comitato) la soluzione di accesso attraverso il piazzale di Sagrogna sarebbe da preferire anche in prospettiva: se venisse costruito il ponte sul Piave fra San Pietro in Campo e Sagrogna, si avrebbe un immediato accesso alla nuova viabilità di scorrimento.

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