Condannata una bellunese per la protesta anti Ogm

Si è concluso il processo a Pordenone contro quaranta persone accusate di aver invaso la sede di Agricoltori Federati; assolta solo una giornalista

PORDENONE. Una manifestazione di protesta contro gli ogm costa la condanna a 39 partecipanti che, a vario titolo, a suo tempo “invasero” la sede pordenonese di Agricoltori federati, il cui presidente, Giorgio Fidenato, aveva da poco effettuato la prima semina di mais geneticamente modificato in un campo di Vivaro. Era il 30 aprile 2010 quando, dopo avere organizzato un presidio in quel paese, i manifestanti scesero a Pordenone e riuscirono ad entrare nella sede di Agricoltori federati.

Aggirando le forze dell’ordine, con spray e megafono, secondo il capo di imputazione, lanciarono semi (biologici) contro Fidenato. Gli gridarono «vergogna, chi semina ogm raccoglie m..., venduto alle multinazionali». Le forze dell’ordine identificarono quaranta manifestanti: destinatari di decreto penale di condanna, si erano opposti. Oltre un anno di dibattimento e ieri la sentenza del giudice monocratico del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin.

Trentanove su 40 imputati sono stati condannati a due mesi e 15 giorni di reclusione (con la sospensione condizionale), al pagamento delle spese processuali e al risarcimento in solido della parte civile (comprese le spese di giudizio, 4 mila 788 euro) – Agricoltori federati, il presidente Giorgio Fidenato e la segretaria Viviana Stabarin – da quantificarsi in separata sede, per violenza privata e violazione di domicilio in concorso.

Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche e la continuazione tra i reati. I 39, di cui solo alcuni presenti ieri in aula, arrivano da tutto il Triveneto. Tra di loro c’è una bellunese: Chloè Zimmermann, 29 anni, di Belluno.

L’unica imputata assolta da tutte le accuse, per non avere commesso il fatto, è Elena Placitelli, 34 anni, che vive a Cervignano del Friuli ma è di origine bellunese: alla manifestazione, come dimostrato e documentato in dibattimento, aveva preso parte come giornalista. Tutti gli imputati sono stati assolti dall’accusa, a vario titolo, di ingiuria, imbrattamento della sede con vernice spry di colore verde e scritta “No ogm” e furto delle chiavi della sede e dell’abitazione di Fidenato, infilate nella porta di ingresso, per non avere commesso il fatto. Restano quindi ignoti gli autori. Alessandro Metz era accusato di avere promosso la manifestazione senza autorizzazione della questura: è stato assolto perché il fatto non sussiste. Le motivazioni saranno depositate entro 60 giorni.

Tra gli avvocati difensori c’era anche Gino Sperandio. Come gli altri legali ha insistito sulla mancanza della prova sulle singole condotte; anche nell’ipotesi di concorso, «ognuno avrebbe dato il proprio contributo? Va dimostrato, visto che non si è stabilito chi ha fatto cosa». I legali hanno chiamato in causa il diritto di critica politica, che si trasferisce anche in questo genere di iniziative.

Dopo la sentenza, ha espresso soddisfazione il presidente di Agricoltori federati, Giorgio Fidenato, presente a tutte le udienze come parte civile: «Finalmente si comincia a mettere ordine alle cose, non ci si fa giustizia da soli».

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