Condannate le due badanti del pretore

Inflitti a madre e figlia ucraine rispettivamente 4 anni e 2 anni e mezzo per concorso aggravato in maltrattamenti e lesioni
Di Gigi Sosso

FELTRE. Condannate le badanti del pretore. Due anni e sei mesi a Tetyana Kostyuk e quattro anni alla madre Mariya per concorso aggravato in maltrattamenti e lesioni a Gabriele Fontana; più 30 mila euro di risarcimento danni ai familiari, che si sono costituiti parte civile dopo la sua morte, nel mese di giugno e 8.460 di spese processuali. Il giudice Antonella Coniglio depositerà le motivazioni in 70 giorni, a quel punto l’avvocato difensore delle due cittadine ucraine Roberta Resenterra potrà presentare l’appello. L’iniziativa è poco meno che scontata, perché diversamente si aprirebbero le porte del carcere. Sostanzialmente accolte le richieste del pubblico ministero Sandra Rossi e rispettata all’euro quella dell’avvocato Luciano Perco.

Determinanti i quattro minuti di registrazione audio prodotti da uno dei figli di Fontana, che documentano una delle notti insonni in quella residenza di via Morosini e sono stati confermati da un vicino. Ci sono diversi insulti e pronunciati in un tono molto duro. Ma c’erano stati anche due occhi neri e una ferita al campo da tre punti di sutura. In un primo momento, si era parlato di cadute accidentali di un anziano di 86 anni, per di più malato di Alzheimer, ma alla lunga i figli si erano insospettiti e avevano cominciato a pensare che quelle lesioni fossero state provocate dalle due donne. Da qui, la mossa del registratore. Mentre non avrebbe avuto problemi la moglie.

Nella sua requisitoria, il pubblico ministero è partito dall’inizio di un rapporto di lavoro, cioè dal novembre 2009 per Mariya e da quale mese dopo per Tetyana. Presenti in aula, i quattro figli si sono sempre presi cura dei genitori, portando loro il pane o accompagnandoli a fare un giro. Ma per 24 ore su 24 erano le due donne a turno a occuparsi degli anziani. Nel gennaio 2010, c’è un primo occhio nero, ma viene spiegato con un colpo casuale preso sul basculante del garage e, in seguito, ce ne sarà un altro, questo giustificato con una gomitata involontaria, mentre Mariya gli stava allacciando le scarpe. Con l’arrivo di Tetyana, questa ferita alla testa, che invece sarebbe stata provocata da un colpo con un bastone, che è stato ritrovato in casa. L’altro episodio che riguarda la badante più giovane è quello di un pesante tagliere, nel giorno in cui uno dei figli aveva stranamente trovato la porta della cucina chiusa, oltre a quella d’ingresso. Lei ha raccontato di averlo usato come scudo, di fronte alle presunte minacce dell’uomo; lui ha gridato «oddìo, oddìo», sentendosi a sua volta minacciato.

L’intervento di Perco è stato lungo e molto circostanziato. Pagina per pagina. La sua richiesta finale è stata di 30 mila euro. L’accusa ha ritenuto dimostrata la penale responsabilità delle imputate e ha chiesto un anno e otto mesi per Tetyana e cinque anni e quattro mesi per la madre, puntando parecchio sul tono con cui veniva pronunciato quel «chiudi il becco!». Non si è parlato, invece, di un presunto tentato omicidio con la candeggina. Resenterra ha cercato di provare che non ci sono stati maltrattamenti nei confronti di un anziano difficile, che tendeva a cadere dal letto, anche con le sponde e a indossare il pannolone male o storto e non sono dimostrate le lesioni. Mentre sono evidenti ingiurie e minacce. Chiesta l’assoluzione per non aver commesso il fatto o perché non costituisce reato, in subordine il minimo della pena con i benefici di legge. Il giudice Coniglio ha ascoltato accusa e parte civile.

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