Condannati: tentarono di clonare i bancomat
CORTINA. Avevano tutta l’attrezzatura necessaria per clonare bancomat e carte di credito, ma sono stati fermati prima che fosse troppo tardi. Emil Tsirkov e Nadezhda Netsova, 41enni di origini bulgare, sono stati condannati ieri a 6 mesi e 300 euro di multa più le spese processuali (con sospensione della pena e revoca del divieto di dimora nel bellunese) per il tentativo di clonare le carte dei clienti della Cassa Rurale di Cortina, messo in atto il 26 gennaio del 2013. Durante l’udienza di ieri davanti al giudice Antonella Coniglio hanno testimoniato i carabinieri che hanno svolto le indagini e arrestato in flagrante i due imputati, assistiti dallo studio dell’avvocato Marco Crepaz.
I militari hanno raccontato che quella mattina furono chiamati nella filiale della banca, dove era stata notata la presenza di skimmer, cioè i dispositivi utilizzati per la clonazione delle carte. Nello sportello bancomat i carabinieri hanno trovato una telecamera miniaturizzata e il lettore di carte, entrambi impossibili da notare per un occhio distratto e inesperto, ma ben conosciuti dagli addetti ai lavori. I dispositivi sono stati in parte disattivati allo scopo di risultare inoffensivi per la clientela, ma comunque presenti e visibili da chi li aveva installati.
Attorno alle 21 i due sono arrivati allo sportello, sono entrati insieme e si sono messi ad armeggiare fino a rimuovere lo skimmer e la telecamera, ma non hanno fatto in tempo a risalire in auto. I due, incensurati, non hanno opposto resistenza ai carabinieri, hanno subito confessato e hanno collaborato alle indagini, tutte circostanze valutate dal giudice nella condanna. I carabinieri hanno perquisito anche l’auto e la stanza presa dai due a San Vito, dove è stato trovato il computer, mentre nell’auto c’erano attrezzi vari utili all’uso dello skimmer e degli altri dispositivi utilizzati nel tentato colpo. Nel telefonino dell’uomo, che dopo l’arresto ha cercato di minimizzare il ruolo della donna, c’erano anche diverse foto di uno sportello della stessa banca a Bormio, località dove i due risultano essere stati sulla base della ricevuta di soggiorno. Inoltre sono state visionate le immagini della telecamera di sorveglianza, dalle quali si è notato l’arrivo dei due verso le 9 di quella mattinata, oltre al momento in cui 12 ore dopo, sono tornati a ritirare il materiale. Le telecamere in realtà mostrano l’armeggiare dei due, non cosa stessero facendo con precisione. Il pm ha chiesto la condanna a 8 mesi e 500 euro di multa ciascuno, mentre l’avvocato ha tentato di smontare le teorie dell’accusa, visto che non sono state fatte indagini per verificare se le apparecchiature fossero davvero in grado di clonare le carte, nè è stato esaminato il computer. Inoltre il reato è stato solo tentato e uno dei due capi di imputazione riguarda il “pericolo di reato”.
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