Condannato per maltrattamenti
FALCADE. Volavano i piatti. Capitava che i litigi tra due coniugi di Falcade degenerassero e l’uomo arrivasse a maltrattare la moglie, anche con offese e minacce, provocando in lei un perenne stato di angoscia e capace di reagire solo fino a un certo punto: condannato a un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa) e 5 mila euro di risarcimento danni. La coppia ha delle figlie minorenni e, per tutelare anche loro, non ci sono nomi e cognomi da fare.
Secondo la parte civile, con l’avvocato trentino Luca Talmon avrebbero subito dei maltrattamenti anche loro, ma non sono nel capo d’imputazione del processo, che si è concluso ieri pomeriggio, con la sentenza pronunciata dal presidente del tribunale Sergio Trentanovi. Fra l’altro, ormai vicinissimo alla pensione: questione di giorni. La condanna è di pochissimo inferiore a quella richiesta dal pubblico ministero Simone Marcon, che aveva ritenuto dimostrata la penale responsabilità dell’imputato e arrivato fino a un anno e tre mesi.
Appassionato il tentativo di demolire l’accusa da parte dell’avvocato della difesa Massimiliano Paniz, ma senza successo. Secondo lui, tutto era molto vago ed, eventualmente, concentrato in un’unica occasione. Ma non ci sarebbero stati maltrattamenti, semmai ingiurie e minacce. Anche di farla finita. Di conseguenza, l’imputato andata assolto, perché il fatto non sussiste. Male che vada, almeno derubrichiamo il reato a qualcosa di diverso e meno grave, che effettivamente ci può essere stato.
La parte civile Talmon non poteva che dare ragione all’accusa, con tanto di richiesta di risarcimento danni per 5 mila euro. Successo su tutta la linea e condanna. I due coniugi non vivono più insieme e dovranno trovare un accordo per le figlie.
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