Confagricoltura: la malattia è stata sottovalutata
BELLUNO. «Subito disposizioni certe sui vaccini per far fronte al dilagare dell’epidemia». Questo l’appello che arriva da Confagricoltura per far fronte all’emergenza della malattia della “lingua blu”, che ha investito pesantemente il territorio bellunese.
Mentre il decreto per la gratuità dei vaccini è pronto, quello che manca è il vaglio contabile degli uffici Ragioneria, che dovranno dire se c’è la copertura economica per poter attuare questa disposizione. I tempi, quindi, si allungano, con gli allevatori costretti a procedere con vaccinazioni che rischiano di pesare molto sui loro bilanci.
«È incredibile come la Regione abbia perso del tempo prezioso per intervenire nella vicenda della blue tongue», dice Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno. «Questa malattia è un’emergenza riconosciuta anche a livello europeo, ma ancora non abbiamo certezze sulle risorse che saranno messe a disposizione. Intanto il tempo passa e noi allevatori siamo sempre più in difficoltà».
È una rampogna dura alla Regione quella che arriva da Donazzolo. «Se iniziamo a mettere in forse anche quanto dice l’Unione europea, allora non andremo più da nessuna parte. Quando capita una calamità, la Regione o lo Stato mettono a disposizione in tempi brevi le risorse per aiutare le popolazioni colpite. Con la blue tongue dovrebbe essere la stessa cosa. Si tratta di una malattia molto grave, che si diffonde velocemente e che necessita di essere fermata subito con le dovute misure, se non vogliamo che diventi endemica. Invece, noi allevatori non sappiamo ancora se potremo avere dei contributi per fermarla: ciò significa che la situazione è stata sottovalutata sia dalla Regione che dal Ministero della Salute».
L’emergenza, infatti, sta diventando sempre più pesante. Ad essere interessati ora sono tutto il Veneto, parte del Friuli, del Trentino e dell’Alto Adige. La patologia si sta diffondendo rapidamente. «Ma siamo di fronte alla più totale incertezza su come affrontare questa emergenza e questo non aiuta la situazione», conclude Donazzolo. «A due mesi dalla comparsa del primo focolaio nel Bellunese, non ci sono disposizioni certe sulle vaccinazioni, non c’è coordinamento tra le diverse Usl e gli allevatori stanno sborsando i soldi di tasca propria per vaccinare gli animali. Dobbiamo fare anche tre prelievi di latte a distanza di 15 giorni per le vacche da latte. Così non si va da nessuna parte». (p.d.a.)
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