Confartigianato, parte la lotta all’abusivismo
BELLUNO. La Confartigianato di Belluno dichiara guerra all’abusivismo. E lo fa chiedendo l’intervento del prefetto per coordinare un tavolo in cui tutte le forze dell’ordine facciano la loro parte per prevenire e contrastare il fenomeno.
A dire la verità, l’abusivismo in provincia non è così diffuso come in altre parti del Veneto o in Italia, come dimostrano i dati di Unioncamere e Confartigianato del 2012 che parlano di 4.900 occupati irregolari (lo 0.2% del totale italiano), mentre il tasso di irregolarità è del 5.2%, una percentuale molto bassa rispetto alla media nazionale del 12.4% e del Veneto pari al 7%. Per questo motivo il Bellunese si colloca all’ultimo posto nella classifica nazionale su 106 province.
La maggior parte di lavoratori irregolari si registrano nel lavoro autonomo (12,8%) e in quello subordinato (12%). I settori più a rischio sono i servizi alla persona (con un tasso di irregolarità del 24.5%), della ristorazione e dell’alloggio (22.1%). Anche nel trasporto di merci, persone e magazzinaggio, l’abusivismo non manca (19.5%) e così anche nelle costruzioni e nell’edilizia (12.5%).
Il problema si sta facendo pressante, vista anche la crisi che mette a dura prova la tenuta delle imprese. «Avere una concorrenza “sleale” come può essere quella dell’impresa che lavora in nero, diventa pesante da sostenere», dicono dall’associazione degli artigiani, che sta cercando di sensibilizzare i propri iscritti anche tramite il bollettino di informazione mensile.
«Si crea una sorta di mercato drogato dove a soccombere sono proprio le aziende che agiscono secondo la norma».
Abusivismo e lavoro sommerso trovano origini in diverse cause, ma «soprattutto sono diretta conseguenza di una crescita della pressione fiscale, nonché della rigidità delle istituzioni e del mercato del lavoro, oltre che dell’eccessivo peso della burocrazia. Per le società questo significa perdita di entrate fiscali e contributive, minori disponibilità in termini di investimenti o welfare, esercito crescente di lavoratori irregolari che non avranno mai una pensione, ma soprattutto distorsione delle condizioni di concorrenza con gravi danni per le imprese che rispettano le regole», dicono dall’Unione degli artigiani.
L’abusivismo si riflette poi anche sul consumatore. «I prodotti e i servizi forniti da operatori irregolari non offrono garanzie al committente in termini di qualità e affidabilità, non sono soggetti a controlli di sicurezza o igiene e quindi possono riservare rischi per la salute, esponendo il committente a gravi responsabilità in caso di danni o infortuni che dovessero accadere».
Per l’associazione la piaga dell’abusivismo «va combattuta anche attraverso un’adeguata azione sui consumatori rendendoli consapevoli dei rischi che corrono e rivolgendosi a soggetti non regolari. In tal senso ci stiamo muovendo chiedendo alla prefettura un impegno nel coordinamento delle forze dell’ordine nella vigilanza delle situazioni di irregolarità. Ma la nostra opera», concludono dagli artigiani, «si farà carico di sensibilizzare l’opinione pubblica. E su questo rientra anche la serata teatrale prevista per il 23 luglio a Sappada dal titolo “Tutto quello che sto per dirvi è falso” messo in scena dalla compagnia teatrale La Piccionaia. E che replica la prima rappresentata il maggio scorso a Belluno».
Paola Dall’Anese
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi