Confedilizia adesso denuncia «Nei Comuni ci sono i burosauri»

L’associazione si ribella a un apparato che penalizza proprietari di casa e anche i cittadini «Diritti negati e multe ingiuste: chi non paga mai invece è il dipendente pubblico incapace»
Di Martina Reolon

BELLUNO. «I proprietari di casa dicono basta ad un apparato pubblico che, anziché ridursi e semplificarsi, continua ad alzare muri e a creare difficoltà ai cittadini. Oltre che a non applicare correttamente quello che è previsto dalla legge».

Il grido d’allarme, denso di rabbia, è lanciato da Confedilizia Belluno. Ma non solo: a denunciare «l’impreparazione e gli errori dei pubblici uffici» sono i presidenti delle associazioni della proprietà edilizia di tutte le province del Veneto, ieri nel capoluogo per una riunione che ha avuto come oggetto le problematiche del settore.

«Quando parliamo di errori dei Comuni e dei pubblici uffici, in primo piano c’è una questione specifica», ha spiegato Michele Vigne, presidente regionale di Confedilizia. «Come è noto, la legge di stabilità 2016 ha introdotto una riduzione del 25% delle aliquote Imu e Tasi per i proprietari che diano in affitto i propri immobili a canone concordato. Un’agevolazione applicabile a tutti i Comuni d’Italia in cui sono stati sottoscritti gli accordi territoriali. In provincia ne sono stati siglati due: uno per il Comune di Belluno e un altro per il territorio di tutti gli altri Comuni della provincia».

La norma c’è e gli accordi anche. «Il problema è che non vengono applicati», ha aggiunto Vigne. «I nostri associati si sono sentiti rispondere da alcuni funzionari di un buon numero di municipi che il Comune era escluso dall’agevolazione oppure che il tutto era gestito dall’Unione Montana. O ancora che il Comune non aveva sottoscritto accordi. E tutto questo nonostante la lettera che, a seguito delle segnalazioni, avevamo inviato a tutti i Comuni il 6 dicembre scorso. Una lettera in cui li informavano dell’errore in cui erano incorsi».

«Intanto, il cittadino ha versato cifre che non avrebbe dovuto pagare, il proprietario si è visto negato un diritto previsto dalla legge e, nel momento in cui chiedi al funzionario una spiegazione, ecco la risposta: “Per noi è così. Se vuole faccia un ricorso”», ha detto ancora Vigne, arrivando alla conclusione che «il “burosauro” è un animale che non muore mai».

Ma una via d’uscita c’è: «Applicare la legge», hanno evidenziato i presidenti delle associazioni della proprietà edilizia del Veneto.

«Tanti proprietari si rivolgono a noi perché hanno ricevuto sanzioni improprie», hanno commentato Paolo Mercuri e Giuliano Marchi, alla guida della Confedilizia di Rovigo e di Venezia.

«Quello che non paga mai è il pubblico dipendente incapace». Ma la preoccupazione sollevata dai proprietari di casa è anche un’altra: quella legate a regole e vincoli spesso assurdi, a burocrazie, tasse e leggi «che soffocano la libertà». «La tassazione sta distruggendo la proprietà. E tutto ha iniziato a peggiorare con il governo Monti, le cui manovre hanno appesantito gli oneri per i proprietari e abbattuto il valore dei beni», ha messo in primo piano Diego Triches, presidente di Confedilizia Belluno, che in provincia raccoglie 1.400 soci. «Sembra essere tornato in auge il principio borbonico: tassare gli immobili perché è la cosa più “comoda” da fare». Secondo Confedilizia la tassazione, dall’avvento di Monti, è triplicata.

«Aver alzato la base imponibile del 60% ha creato danno a tutto il settore immobiliare», ha sottolineato Vigne. «La casa non è più un “bene rifugio”, ma è stata ridotta a un investimento da cui fuggire. E a livello statale manca la volontà di comprendere il ruolo di chi ha investito in edilizia. I proprietari di casa non sono “nemici” della società, ma soggetti in grado di creare ricchezza, occupazione e beneficio per la società stessa».

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