Confedilizia, due mesi senza telefoni e internet

Il vice presidente Michele Vigne racconta una vera e propria odissea «Siamo rimasti bloccati senza sapere perché, ora partirà l’azione legale»
BELLUNO. Telefoni muti, fax e internet inattivi per due mesi. Partiranno a giorni le azioni legali contro il gestore telefonico Infostrada per rivendicare i danni causati dal disservizio. Protagonista di questa vicenda è l’associazione dei proprietari edili di Belluno, che ha vissuto una vera e propria odissea con le linee telefoniche. Millequattrocento soci di cui soltanto 500 collegati a internet sono stati raggiunti telefonicamente in questi sessanta giorni tramite i cellulari per avvisarli di quanto stava avvenendo. Un’impresa titanica, che non può passare sotto silenzio.


Tutto ha inizio il 10 aprile quando, racconta il vice presidente Michele Vigne, «telefoni fissi, fax e collegamenti internet improvvisamente si bloccano. Non funzionava più nulla, eravamo isolati». Immediata la segnalazione al gestore Infostrada «che ha richiesto sette giorni per poter risolvere il presunto guasto. Passati i sette giorni», prosegue nel racconto Vigne, «ci hanno riferito che non era un guasto alla linea. Probabilmente era una questione di router, quell’apparecchio che permette la connessione tra più reti. E così ci siamo recati in un negozio Wind (società al cui interno è anche Infostrada) e abbiamo acquistato un nuovo apparecchio. È il 20 aprile».


Nuovo router, vita vecchia: tutto è ancora bloccato. «Abbiamo chiamato il nostro tecnico che è riuscito a far partire almeno il collegamento internet, per noi indispensabile visto il periodo con numerose scadenze da evadere. Ma i telefoni non ne volevano sapere di tornare a funzionare. Contattato nuovamente, il gestore ci ha assicurato che dopo un’ora tutto sarebbe ripartito, ma così non è stato».


Di telefonata in telefonata, tutte fatte con i cellulari dei soci dell’associazione, si arriva a metà maggio, quando da un controllo, il tecnico di Infostrada non ravvisa alcun guasto. «Ci hanno consigliato di cambiare nuovamente router, ma nulla muta. A questo punto decidiamo di cambiare gestore e di passare a Tim. Dopo tre giorni Wind ci chiama, chiedendoci il motivo del cambio e annunciando che, se fossimo rimasti con loro, avrebbero mandato il tecnico a riparare il guasto. Non ci ho più visto e ho agganciato il telefono. Poco dopo, l’operatore ci fa sapere che entro una ventina di giorni, il 22 maggio, il passaggio sarebbe diventato esecutivo. Peccato che soltanto il 15 giugno abbiamo potuto riprendere la nostra attività normalmente con tutte le apparecchiature funzionanti. È una vergogna quanto è avvenuto e non finirà qui», annuncia Vigne. «Ho già dato incarico agli avvocati dell’associazione di darsi da fare. Non ci si può comportare in questo modo».




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