Confindustria, si teme un ritorno al passato
BELLUNO. La resa dei conti è ormai vicina. Si svolgerà domani, infatti, il consiglio direttivo di Confindustria Belluno. Un consiglio che si preannuncia molto “caldo”, visto che una parte degli industriali dice di non essere più disposta a “sostenere” una gestione “privatistica” dell’associazione da parte del presidente e della sua ristretta cerchia di collaboratori.
Dopo aver aspettato un anno e aver sperato che le cose cambiassero, dopo segnalazioni e confronti con Barbini, ad oggi serviti a nulla, un gruppo di imprenditori ha deciso che la misura è colma. Qualcuno ha anche lasciato l’associazione e qualche altro si dice pronto a seguire l’esempio, se domani il presidente non arriverà con una proposta seria e qualche cambiamento.
Molti di quelli appartenenti al gruppetto di malcontenti fanno capire che la situazione a palazzo Doglioni Dalmas sta peggiorando di giorno in giorno e qualcuno addirittura teme che il futuro sarà un ritorno al passato, quello, per capirsi, che ha preceduto l’incarico dell’ex presidente Cappellaro. E in molti rimpiangono la conduzione di Cappellaro, che definiscono “paritaria” tra i soci, dove tutti avevano uno spazio e dove in primo piano c’era il bene dell’associazione. Una conduzione che qualcuno definisce “di garanzia” per tutte le categorie, rispetto ad un’attuale sbilanciata verso alcuni settori in particolare.
Pertanto c’è amarezza, più che voglia di polemizzare, all’interno della fazione dove campeggia il malumore.
Nei giorni scorsi, comunque, tutti i membri delle varie sezioni di categoria si sono ritrovati per fare il punto della situazione e decidere la linea da tenere. L’intento sarà quello di palesare direttamente al consiglio quello che finora è stato gelosamente nascosto agli occhi dell’opinione pubblica.
E se qualcosa non cambierà dopo l’incontro di domani, allora sono in molti, oltre una decina, gli imprenditori che intendono andarsene dall’associazione per una forma di protesta. D’altra parte, come fa notare qualcuno, di problemi ce ne sono già tanti per mandare avanti un’azienda e aggiungerci anche le beghe dell’associazione potrebbe diventare troppo pesante. Lo scopo è di far sì che il presidente ascolti tutte le voci, senza privilegiare qualcuno a scapito degli altri. (p.d.a.)
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