Confiscata l’auto si ubriaca in moto e torna a processo
LONGARONE. Mi togliete l’auto? E allora vado a bere in moto. Irriducibile un longaronese sulla quarantina, al quale era stata sospesa la patente per sei mesi e confiscata la macchina. A metà marzo di due anni fa, le forze di polizia l’avevano intercettato, durante un controllo, mentre spingeva il motorino. I sintomi erano quelli classici: alito vinoso, occhi lucidi, equilibrio precario e difficoltà nel parlare. L’esame dell’alcoltest fece schizzare il tasso a 2,47 al primo soffio e 2,32 al secondo e allora non poteva non scattare un altro processo, sempre per guida in stato di ebbrezza.
Il suo difensore Giuseppe Triolo ha chiesto i lavori di pubblica utilità, ma c’è voluto tutto il suo impegno per convincere il giudice Antonella Coniglio a concedere il termine e fissare l’udienza al 4 maggio, per vedere se è possibile la messa in prova. L’imputato non si rassegna a darsi una regolata e può sempre rappresentare un pericolo, sia per se stesso che per gli altri, quando si mette alla guida di un mezzo. Quanto al pubblico ministero Maria Luisa Pesco, aveva chiesto la revoca del documento di guida, contestando all’imputato la recidiva nel biennio.
Vorrebbe i lavori socialmente utili anche un altro imputato per guida in stato di ebbrezza, ma è curioso che li chieda in una casa di riposo uno che ha dei precedenti penali per minacce, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi. Coniglio ha ricevuto la richiesta con un po’di comprensibile perplessità, ad ogni modo ha fissato l’udienza per il 5 maggio, alle 9.30. Sarà un’altra giornata di processi per violazione dell’articolo 186 del Codice della Strada. Solo ieri ci sono state 20 filtro. (g.s.)
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