Congresso e comunali le prossime sfide del Pd

belluno
Segnali positivi per prossimo il tesseramento, nessuna diatriba interna e avvio del lavoro per le elezioni comunali 2019. Nonostante sia un periodo difficile per il Partito Democratico nazionale, a livello provinciale si respira un’aria positiva. Domani la direzione regionale fisserà le date per i congressi, che molto probabilmente si faranno entro fine dicembre, anche se non vi sono certezze, visto che non è stato fissato nemmeno quello nazionale pur previsto entro fine gennaio o agli inizi di febbraio.
A Belluno potrebbe esserci un ulteriore anticipo, perché dopo le dimissioni di Erika Dal Farra, il partito è retto da Lidia Maoret, che per i molti impegni ha chiesto di trovare un “traghettatore” che porti il Pd provinciale da qui al congresso. «In tutta onestà non me la sento di avere questo onere», spiega Maoret mentre sta andando al lavoro alle 17 di sabato pomeriggio. «Sto cercando di capire quali saranno le prossime scadenze, vediamo cosa si potrà fare. Nel frattempo stiamo lavorando. Ci hanno consegnato le tessere e devo dire che si sente un buon interesse».
Maoret però potrebbe dover restare alla guida del Pd più a lungo del previsto, perché l’orientamento generale è quello di trovare un traghettatore che sarà anche il candidato segretario al congresso, ma questa figura ancora non esiste. «È abbastanza logico che si attenda l’assetto nazionale», spiega il deputato Pd Roger De Menech, «noi possiamo muoverci in totale autonomia, ma è chiaro che tutti sono curiosi di sapere chi si candiderà e come si configura il quadro nazionale. Noi intanto stiamo lavorando sui temi, partendo dalle proposte dei circoli». De Menech cita l’autonomia, ma anche il documento sulla sanità provinciale che «per la prima volta fa una sintesi politica complessiva e unitaria, da Pieve di Cadore a Lamon passando per Agordo. Seguiamo un percorso inverso rispetto al passato: cioè prima il lavoro si fa nei circoli, poi il provinciale arriva alla sintesi».
Ora la sfida è proseguire su questa strada, perché per tornare ad avere la fiducia degli elettori è necessario evitare le rotture e le occasioni non mancano, proprio a partire dal congresso.
L’altra sfida importante è quella delle elezioni comunali, che nel 2019 porteranno al voto 34 Comuni bellunesi (salvo fusione di tre paesi della Valbelluna), alcuni dei quali molto significativi e con sindaci uscenti molto vicini al Pd. Si voterà il 23 maggio, lo stesso giorno delle elezioni europee, un banco di prova fondamentale per tutto il Paese.
«Ci sono diversi Comuni importanti che vanno al rinnovo», ricorda De Menech. «La maggior parte di questi è amministrata da forze civiche, che sono sempre le più vive sul territorio. La nostra linea è quella di mantenere il massimo rispetto per queste iniziative, quindi interveniamo solo se ci viene richiesto sostegno e soprattutto per questioni pratiche. Ogni anno però, è sempre più complicato fare le liste. Per una lista credibile servono persone in gamba, che abbiano voglia di spendersi per la comunità e tempo a disposizione. Il nostro obiettivo è offrire agli elettori persone con queste caratteristiche». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi