Consigliere mancato il Pd assolve l’accordo con il Bard

BELLUNO. L’accordo con il Bard non ha messo a rischio l’elezione di un consigliere Pd. Lo dice chiaro e tondo Lillo Trinceri, componente dell’assemblea provincia del Partito Democratico, dopo le...

BELLUNO. L’accordo con il Bard non ha messo a rischio l’elezione di un consigliere Pd. Lo dice chiaro e tondo Lillo Trinceri, componente dell’assemblea provincia del Partito Democratico, dopo le dichiarazioni di Sergio Reolon e la richiesta di una nuova assemblea provinciale da parte di Quinto Piol.

Un argomento, quello dell’accordo tra il Pd e il Bard, che dopo le elezioni ha creato un po’ di maretta tra i democratici, soprattutto dopo le prime proiezioni sul nuovo consiglio regionale che vedevano Alessandra Buzzo, candidata con il Bard, a palazzo Ferro-Fini dal quale, però, alla fine la minoranza è rimasta esclusa. «Per avere un seggio pieno all’interno della provincia di Belluno, una lista avrebbe dovuto raggiungere il 33.33%, risultato al quale nessuno si è nemmeno avvicinato» continua Trinceri, «per l’assegnazione dei resti, invece, valgono i valori assoluti ed è chiaro che Belluno non può competere con le altre province sulla base del numero di voti, pescando in un territorio scarsamente popolato. Scorretto parlare di un accordo che ha messo a rischio l’elezione del nostro consigliere, poiché al Pd sarebbero mancati 7532 voti per l’eletto».

Non è solo una questione di seggi. «L’accordo non solo riconosce il percorso fatto dal Partito Democratico sull’autonomia negli ultimi anni ma richiede l’elettività della Provincia di Belluno» aggiunge l’esponente Pd, «all’interno delle forme di specificità e di autogoverno per cui da molti mesi ci battiamo». «Vorrei chiedere a Reolon» commenta il segretario del Pd cadorino Stefano Bellotto, «come mai ha partecipato alla competizione elettorale nonostante non fosse d’accordo con l’accordo siglato con il Bard».

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